The Ocean Race-Genova Grand Finale trionfa con D’Alì-Sericano
Uscito da leader dalla Laguna di Venezia dopo una partenza eccellente, The Ocean Race-Genova Grand Finale è stato uno dei grandi protagonisti di questa edizione della regata organizzata da Difesa Servizi S.p.A. e SSI Events con il supporto della Marina Militare: prova ne sia il fatto che D’Alì-Sericano, durante l’intero periplo della penisola, non sono mai scesi oltre la terza piazza e non hanno accusato mai oltre 15 miglia di ritardo rispetto ai vari battistrada susseguitosi nel corso dell’evento.
Entrato nello Ionio nella scia di Mexedia (Zorzi-Bauzà), giunto sul traguardo di Genova alle 15.57.43 da secondo assoluto, e di Sanfer (Waksman-Ferrelech), ritiratosi ieri a circa 100 miglia dal traguardo mentre era in seconda posizione dopo che l’equipaggio aveva esaurito ogni risorsa fisica e psicologica, The Ocean Race-Genova Grand Finale ha preso il comando della regata durante la navigazione tra Trapani e Napoli, surfando sotto gennaker anche quando le raffiche da sud-ovest hanno iniziato a farsi proibitive e gli avversari hanno tirato il freno a mano.
Un rischio magari non calcolato, frutto dello spirito battagliero e mai rinunciatario di questo forte team dall’animo genovese, che ha pagato il titolare dell’investimento, dandogli un po’ di margine sul quale Piero D’Alì puntava a gettare le basi del successo. Un piano alla fine riuscito, ma che ha corso il rischio di non vedere la luce, visto l’errore tattico commesso da The Ocean Race-Genova Grand Finale nel Golfo di Gaeta, dove la scelta di una rotta al largo ha permesso a Sanfer, appena poche ore prima del ritiro, di tornare a mettere la prua avanti.
Tornati a superare Sanfer in occasione del passaggio dello stretto tra Piombino e l’Elba, a Pietro D’Alì e Matteo Sericano non è rimasto che gestire la restante navigazione fino alla linea del traguardo di Genova, tagliata poco prima delle 8 di questa mattina.
“Già lo scorso anno mi ero innamorato di questa regata, che nasconde notevoli insidie tattiche e condizioni meteo a tratti molto impegnative, e mi ero ripromesso che sarei tornato per vincerla: grazie al supporto di Matteo Sericano, che ha iniziato a regatare con me quando aveva tredici anni, ci siamo riusciti ed è per noi un grande momento di gioia – ha spiegato Pietro D’Alì, che poi ha aggiunto – I momenti clou della nostra partecipazione sono stati diversi e individuarne uno da preferire agli altri riesce difficile: certo, tanto il Golfo di Gaeta, quanto l’approccio all’Elba sono state fasi importanti della regata, o molto più semplicemente sono i ricordi più recenti e vividi di una grande avventura durata dieci giorni”.
Il Marina Militare Nastro Rosa Veloce vanta un percorso, lungo 1492 miglia no stop, che si dipana tra Venezia e Genova e prevede di lasciare la Sicilia a destra. A bordo dei Beneteau Figaro 3 sono impegnati equipaggi doppi e il record di riferimento è stato fissato lo scorso anno da Sophie Faguet e Pierre Lebuchersu Team Urban Value ed è pari a 8g 8h 23m 27s.