Sono salpati l’8 novembre dal porto francese di Les Sables d’Olonne i 33 velisti (di cui 6 donne) impegnati nel giro del mondo in solitario non stop e senza assistenza. Fra questi il “nostro” Giancarlo Pedote.
Saranno quasi 3 mesi di navigazione tutti da seguire, giorno dopo giorno, in un percorso appassionante che vedrà la flotta superare in ordine Capo di Buona Speranza (Africa), Capo Leeuwin (Australia) e Capo Horn (America del Sud) per fare ritorno al porto di partenza.
La Vendée Globe, la regata ideata da Philippe Jeantot nel 1989, la più dura prova a vela di resistenza individuale ribattezzata “L’Everest del mare”, si svolge ogni quattro anni.
Le barche partecipanti sono tutti monoscafi Imoca 60 piedi: le più recenti hanno i foil, le altre no.
Alla sua prima partecipazione, troviamo l’unico italiano in gara: Giancarlo Pedote con il suo “Prysmian Group” che, per qualificarsi e testare la sua barca a foil, ha dovuto compiere la traversata oceanica Transat Jacques Vabre con il co-skipper Anthony Marchand. Penalizzato da una coraggiosa scelta strategica, che si è poi rivelata sbagliata, e soprattutto dall’urto con un oggetto non identificato, è rimasto deluso dal 17esimo posto fatto registrare all’arrivo e ora è più determinato che mai a portare a termine la regata e a trovare un buon piazzamento.
Ma la barca più innovativa, che alla partenza era considerata una delle maggiori favorite, è il nuovo “Hugo Boss”, progetto VPLP/Verdier, le cui aspettative non sembrano per il momento deluse visto che quest’Imoca 60 timonato da Alex Thompson è in testa alla regata. Lo skipper britannico, alla sua quarta partecipazione, vuole diventare il primo velista non francese a vincere la Vendée Globe.
Anche perché ci è andato molto vicino nella passata edizione, quando si è piazzato secondo alle spalle di Armel Le Cleac’h che su “Banque Populaire VIII” ha stabilito l’attuale record della regata: 74 giorni, 3 ore e 35 minuti. E l’obiettivo di Thompson è anche quello di abbattere il muro dei 70 giorni. Cosa probabile, visto che nell’ultima edizione i foil montati a bordo erano ancora a livello sperimentale.
Oggi le loro dimensioni sono quasi triplicate e permettono prestazioni a livello dei trimarani, tanto da permettere a questi monoscafi di raggiungere velocità massime anche di 30 nodi. L’innovazione più rivoluzionaria della barca di Thompson riguarda anche la sicurezza: il pozzetto è completamente chiuso e lo skipper timona dall’interno controllando le vele attraverso apposite aperture e con l’aiuto di telecamere.
Non è stato fortunato invece il francese Jérémie Beyou che, con il suo “Charal”, era tra i favoriti. Due giorni dopo la partenza e dopo avere attraversato la prima depressione, Beyou ha riportato danni importanti alla barca che, causati dall’urto con un oggetto non identificato, lo hanno costretto a rientrare a Les Sables d’Olonne, dove ha provveduto alle riparazioni, ripartendo con oltre 2500 miglia di ritardo.
Quel che è certo è che queste barche sempre più performanti e complesse sono difficili da gestire. Spingere troppo e rischiare di rompere può essere un errore, come è accaduto a Beyou. E poi, purtroppo, c’è sempre il rischio di collisione con i cosiddetti OFNI (Object Floating Non Identifying), gli oggetti galleggianti che abbondano in mare. Alcune barche sono dotate del dispositivo “Oscar” che, grazie a degli sensori ottici, rileva per tempo gli oggetti galleggianti e avvisa lo skipper del potenziale pericolo.
Sul sito www.vendeeglobe.org, che aggiorna ogni 3 ore le posizioni dei partecipanti, è possibile seguire l’evoluzione della regata.
UN PO’ DI STORIA
Gli italiani che hanno partecipato alla regata
Nome Barca Anno Tempo impiegato
Vittorio Malingri Everlast 1992/1993 perdita del timone
Simone Bianchetti Aquarelle 2000/2001 121g 1h 28’
Pasquale De Gregorio Wind 2000/2001 158g 2h 37’
Alessandro Di Benedetto Team Plastique 2012/2013 104g02h34’