Vela al terzo e Beni Culturali di Ufficio stampa esterno il 16 Mag 2023 Il 13 maggio si è svolta a Cesenatico, presso il Museo della Marineria, un’affollata conferenza stampa che ha sancito il riconoscimento, da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, della pratica della vela al terzo quale espressione di identità culturale collettiva da salvaguardare (art. 7 Bis del Codice dei Beni Culturali). Tale articolo ha introdotto nel Codice: “Le espressioni di identità culturale collettiva contemplate dalla Convenzione UNESCO del 2003 per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale e per la promozione delle diversità culturali”, adottate a Parigi e che, per essere assoggettabili alle disposizioni di tutela, devono essere rappresentate da testimonianze materiali. Nel caso del Museo della Marineria, queste sono state individuate in tre imbarcazioni tradizionali: il trabaccolo Barchét, il bragozzo San Nicolò e la battana Vanessa. Va sottolineato che si tratta della “prima volta” nel suo genere di un’applicazione dell’articolo 7 bis del Codice dei Beni Culturali e quindi di un’importante svolta nelle politiche di salvaguardia del patrimonio galleggiante del nostro paese. Non ha caso questa è stata definita da Luigi La Rocca, Direttore Generale Archeologia , Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura come:” una buona pratica” che risponde in pieno ai principi enunciati dalla Cnovenzione Unesco del 2003, che apre la strada alla valorizzazione di altre testimonianze del patrimonio immateriale e che favorisce la diffusione della consapevolezza, a livello locale, nazionale e internazionale, dell’importanza di tale patrimonio”. Contestualmente, si è svolta la rassegna/valutazione ( effettuata a cadenza biennale) delle unità tradizionali armate con vele al terzo, di proprietà di privati, alle quali è stato riservata un’area del porto-canale di Cesenatico, di fronte al Comune. Tali imbarcazioni, che si aggiungono agli scafi del Museo della Marineria e che hanno ormai superato il numero di trenta, rendono così questo porto il maggior “heritage harbour” d’Italia. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!
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