IL RITORNO DI UN MITO

Dopo un lungo periodo durante il quale si è concentrato soprattutto sul mercato delle acque interne statunitensi, il celebre marchio americano si ripresenta con tre motori fuoribordo a due tempi dalle prestazioni estremamente interessanti.

Evinrude sta tornando. Pioniere sul mercato del motore fuoribordo e così famoso da aver ispirato la Disney per il nome di uno dei suoi personaggi in uno dei suoi cartoni animati degli Anni ’70 (si chiama così la libellula che fa da propulsore all’imbarcazione degli eroi nelle ”Avventure di Bianca e Bernie”), il celebre marchio americano, appartenente al BRP Marine Group,  ha lavorato quasi in silenzio in questi ultimi anni, specialmente in Europa. Oggi, forte della ricerca tecnologica che non si è mai arrestata, rilancia con tre nuovi modelli – il 115 H.O., il 140 e il 150 HP – che si inseriscono in una gamma che va da 3,5 a 300 HP . Li abbiamo provati in anteprima mondiale a Charleston, in South Carolina, lo scorso maggio, in tutte le configurazioni possibili: mono, bi e tri motore, con o senza gli optional. Molto diverse anche le unità scelte come banco di prova: alcune persino ”esotiche’,’ come i pontoon boats.

Strategia aziendale

Andiamo per ordine, visto che la riunione di Charleston è incominciata con un interessante presentazione di Tracy Crocker che, già presidente di BRP, dall’autunno 2017 ha preso il timone di Evinrude diventandone general manager ed elaborando una strategia che pone il marchio dei motori fuoribordo al centro dei programmi di sviluppo previsto per l’intero gruppo. “A partire dal 2019 –  ha spiegato – abbiamo incominciato a realizzare tre grandi fasi strategiche che ci occuperanno per i prossimi anni. La prima, tuttora in atto, consiste nell’acquisizione di nuovi marchi, tra i quali Telwater Pty Ltd, leader australiano nel settore dei rimorchi e delle imbarcazioni in alluminio, che è venuto ad affiancare altri nomi come Almacraft e Manitou. La seconda, quella attuale, riguarda il debutto sul mercato mondiale di questi tre nuovi fuoribordo. La terza, che si svilupperà dal 2021 in poi, sarà dedicata alla trasformazione”. Sorprendendoci un po’, visto che si tratta di un brand nato nel 1909, Crocker ha concluso dicendo: “we are a baby company and we are at a starting point”, cioè siamo una compagnia appena nata e perciò agli inizi.

fuoribordo

Evoluzione della specie E.Tec G2

Arriviamo quindi alle tre prime novità di questa nuova generazione di motori. Colpisce subito il loro design molto moderno, quasi avveniristico, che prevede la possibilità di personalizzare la decorazione della calandra. Dal punto di vista tecnico si tratta di unità termiche a 3 cilindri che costituiscono l’evoluzione delle innovazioni già ampiamente collaudate con la serie E-Tec G2, basata su motori a due tempi a iniezione diretta, senza carburatore. E questo per un motivo molto semplice: si tratta di una tecnologia che, grazie alla particolare forma della camera di combustione, garantisce migliori prestazioni in quasi tutti i campi, produce emissioni inferiori rispetto ai più diffusi 4 tempi, ha una migliore coppia, è molto più tollerante in condizioni critiche (alte o basse temperature e scarsa qualità della benzina) e richiede una modesta manutenzione che, nella stagione d’uso, si limita a un solo pieno d’olio. A questo si aggiungono il cambio e l’acceleratore digitale, il servosterzo dinamico iSteer e il sistema di controllo automatico dell’assetto iTrim.  Tutto garantito per 5 anni o per 500 ore.

Impressioni in acqua

Risalendo tranquillamente uno dei tre fiumi che si gettano nella baita di Charleston, seduti su una delle comodissime poltrone del pontoon boat, oppure spingendo al limite il 115 H.O. (che in realtà eroga qualcosa in più di 115 HP) montato sul piccolo Zodiac Open 500, oppure ancora  uscendo veloci dall’estuario per affrontare le prime onde dell’oceano a bordo di un 32′ spinto da tre fuoribordo da 150 HP, ci è apparso evidente un denominatore comune assai importante: la fluidità e la grande precisione nel controllare la potenza, sia ai bassi sia agli alti regimi. Merito anche di elementi collaterali quali il regolatore automatico del trim, in grado di ottimizzare istante per istante l’assetto dell’imbarcazione, e   l’iDock, che per mezzo di un joystick permette di manovrare in porto con estrema facilità. Tutto, a quanto pare, destinato a migliorare ulteriormente con la nuova elica RX3 a tre pale che, disegnata per essere più efficiente soprattutto in accostata, andrà a sostituire la già nota Rebel. Altre novità annunciate, le interfacce per ricevere e visualizzare i dati del motore sugli schermi multifunzione dei principali marchi, come Simrad, Lowrance, Garmin, Humminbird e Raymarine.

Elenco completo dei concessionari Evinrude: www.evinrude.com

Curiosità sulla vita di Ole Evinrude

Il marchio Evinrude deve il suo nome a Ole Evinrude (1877-1934) che, all’età di cinque anni, emigra con la sua famiglia dalla Norvegia al Wisconsin. Lavora da giovane nelle fabbriche del Midwest statunitense e si appassiona alla meccanica. La leggenda narra che l’idea di inventare un piccolo motore fuoribordo per imbarcazioni leggere gli viene in occasione di un picnic su un’isola con la sua fidanzata, quando, per galanteria, compie 5 miglia a remi per offrirle un gelato. Ovviamente, nonostante lo slancio, questo giunge alla sua destinataria completamente sciolto. Ole fonda la società Evinrude Motors a Milwaukee per produrre un primo fuoribordo monocilindrico da 1,5 HP. Per la verità, non ne è l’inventore vero e proprio, già esistendo alcuni brevetti che risalgono addirittura al 1895; tuttavia è il primo, dal 1909 in poi, a ottenere un notevole successo commerciale sulla scia di uno slogan pubblicitario di grande impatto:  “Don’t Row! Throw the Oars Away!” Non remare! Butta via le pagaie !’.  Con il passare degli anni, gli affari crescono velocemente e la società cambia nome diverse volte, riuscendo anche a sopravvivere alla grande depressione successiva al crack finanziario del 1929. Proprio quell’anno Ole fonda con altri soci il gruppo Outboard Marine Corporation (OMC). Nel 1936, poco dopo la scomparsa di Ole, il figlio Ralph prende la guida della società che si fonde poco dopo con i grandi rivali della Johnson Motor Company. Questa struttura aziendale perdura a lungo, fino a metà degli Anni 2000, quando OMC viene acquisito a sua volta dal gruppo canadese Bombardier Recreational Products (BRP).