
Scheda tecnica
Lunghezza massima f.t. | m 17,16 |
Lunghezza al galleggiamento | m 15,98 |
Lunghezza scafo | m 15,40 |
Larghezza massima | m 5,00 |
Rapporto lunghezza/larghezza | 3,08 |
Deriva standard | m 2,50 |
Dislocamento | kg 16.600 |
Zavorra | kg 4.500 |
Tipo di armamento | sloop |
Albero | in alluminio con due ordini di crocette |
Boma | in alluminio |
Vang | rigido con paranco interno |
Bompresso | fisso |
Sartiame | spiroidale |
Verricelli | 2 winch sui paramare |
Superficie randa | mq 63 |
Superficie fiocco autovirante | mq 51 |
Superficie Genoa 105% | mq 70 |
Superficie gennaker | mq 210 |
Superficie Code 0 | mq 135 |
Motorizzazione | 80 HP |
Tipo di trasmissione | S-Drive |
Capacità serbatoio carburante | 400 litri |
Capacità serbatoio acqua | 700 litri |
Portata omologata | 10 persone |
Progetto | Biscontini Yacht Design/Lorenzo Argento |
Costruttore | Beneteau – Francia |
www.beneteau.com | |
Importatore | elenco dei dealer italiani |
Categoria di progettazione CE | A |
Prezzo base (Iva esclusa) | 418.000 Euro |

Diciassette metri tutti dedicati alla crociera. È la versione Oceanis del più sportivo First 53. Stessa carena, con qualche modifica alle appendici, ma con la coperta orientata all’easy sailing e gli interni dedicati al comfort.
Un po’ come accade nella logica industriale dell’automotive, anche nella nautica dei grandi numeri si assiste alla replica in versioni diverse di un modello che ha avuto successo. È il caso del cantiere francese Beneteau che, dopo aver messo in acqua il First 53, proponendo una barca molto sportiva come nella tradizione della gamma, sull’onda del buon esito commerciale ha rielaborato il progetto in una visione assolutamente crocieristica. In comune, le due barche hanno le linee d’acqua, ma per il resto appartengono a due mondi diversi e nemmeno paralleli. Non tanto per quanto riguarda gli interni.
Video originale del cantiere
Quelli che abbiamo visto nel modello esposto al salone di Genova sono certamente diversi da quelli del First 53, forse più luminosi, ma non rappresentano uno scarto sul piano qualitativo rispetto al modello sportivo, in cui gli ambienti e gli arredi erano comunque completi e molto ben rifiniti, certamente anch’essi adatti a crociere in altura. Certo, nel caso del Oceanis 54, alcuni particolari inducono una più forte sensazione di “casa”, come la cucina con pianta a “C” molto attrezzata, o il divanetto davanti al carteggio che si trasforma in una chaise longue, o il recesso dietro al frigorifero verticale dove è stata installata la macchina per il caffè.
L’impostazione è classica, con la cabina armatoriale a prua molto ampia e con toilette privata e due cabine gemelle a poppa. La cucina è sulla murata di sinistra e il secondo bagno sulla dritta. Anche lo stile è piuttosto classico, elegante, con un buon livello di rifinitura e con il rovere sbiancato che contribuisce ad esaltare la luminosità interna.
In coperta troviamo invece gli elementi che segnano il profondo stacco rispetto al First 53. A partire dal pozzetto. Il rollbar, cui si raccordano lo sprayhood e un bimini fisso, creano una sorta di veranda, un ambiente in più molto protetto, soprattutto se in inverno si decide di chiudere con le cerniere i prolungamenti laterali del bimini stesso. Alle spalle delle due ruote, sono stati ricavati due piccoli divanetti da cui controllare comodamente la navigazione che, grazie all’organizzazione molto semplice delle manovre, può essere realizzata realmente in equipaggio ridotto.
Anche il resto del ponte ci parla di crociera, attraverso particolari quali l’altezza delle draglie che raggiunge i 90 centimetri o il piano di coperta che, a confronto di quello del 53, è più basso rispetto alla tuga per una maggiore protezione durante gli spostamenti verso prua dove troviamo un utile winch incassato.
Una barca all’insegna dell’easy sailing, dicevamo, grazie all’organizzazione delle manovre e al fiocco autovirante, ma anche in virtù di un pacchetto optional che Beneteau mette a disposizione per facilitare molto la vita dell’armatore. A partire dalle manovre di ormeggio, grazie al sistema Dock and Go, realizzato con un pod orientabile che agisce in accordo con l’elica di prua, il tutto azionato con un joystick, per finire al sistema Harken AST che consente una regolazione automatica delle vele rispetto all’angolo al vento, capace di intervenire sia per effettuare virate in automatico sia per limitare lo sbandamento entro un angolo predefinito raggiunto il quale interviene per lascare randa e fiocco. Certo, un’idea lontana dal piacere del manovrare, ma c’è chi evidentemente questo piacere non lo ricerca.
Foto Gilles Martin-Raget/Nicholas Claris