Abbiamo provato l’Outremer 52

Presentato a La Grande Motte lo scorso aprile, l’Outremer 52 introduce molte innovazioni sul piano costruttivo e progettuale rispetto al 51 piedi. Firma il progetto lo studio VPLP, ai vertici della progettazione di barche oceaniche

Maggiore leggerezza – circa 1000 chili in meno del predecessore 51 piedi – ma uguale e forse superiore resistenza meccanica. Il tutto grazie a un maggior uso di carbonio su elementi strutturali, come le paratie e i rinforzi interni agli scafi. Una tonnellata in meno e una maggiore libertà progettuale finalizzata ad avere più spazio e più ergonomia.

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A partire dai volumi di stivaggio, che passano dai 1.100 litri del 51 piedi ai circa 1.700 del nuovo modello. Anche l’altezza massima negli interni guadagna circa 10 centimetri, così come sono più spaziose le cabine, grazie a una maggiore larghezza dell’opera morta degli scafi, le cui linee d’acqua restano invece invariate.

Gli Outremer sono rinomati per le performance, un dato che, a prescindere dai numeri forniti dal cantiere, emerge da tutti i test in mare.

L’albero arretrato consente maggiore superficie di vela a prua

Nel caso del 52, il minor peso, le linee d’acqua invariate e un albero arretrato che consente maggiore superficie di vela a prua e un bompresso più lungo rendono plausibile il fatto che le velocità possano essere superiori e che quelle fornite dal cantiere, che riferiscono medie di 10 nodi in condizioni meteo ottimali, siano assolutamente veritiere.

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L’Outremer 52 non ha il fly, dove normalmente sui multiscafi è collocata la postazione di governo per garantire la migliore visuale esterna. Ma anche se la ruota del timone è collocata sulla poppa dello scafo di sinistra è così rialzata da scongiurare la possibilità di angoli morti, frequenti nei catamarani con postazioni a poppa.

Gli interni

Il quadrato è il punto di forza degli interni, sia per dimensioni sia per la sua organizzazione anche in relazione al pozzetto. La grande porta finestra a scomparsa, che una volta chiusa isola completamente la dinette dall’esterno, in posizione completamente aperta permette di creare un unico grande ambiente.

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In questo contesto, la cucina con pianta a “L” collocata sulla sinistra, crea una possibilità di convivialità durante la preparazione dei pasti anche grazie alla presenza del mobile bar affacciato sul pozzetto.

Sempre in quadrato, risalta la posizione centrale del tavolo da carteggio orientato nel senso di navigazione.

La zona notte

La zona notte è proposta con tre o quattro cabine doppie, in entrambi i casi con locale toilette privato. La versione armatoriale è quella a tre cabine, con un intero scafo dedicato all’alloggio del proprietario che, in questo caso, vede tutta la zona prodiera dedicata alla toilette con doccia.

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La scheda tecnica

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