Una visita al Musée National de la Marine di Parigi val bene una messa…

Ecco cosa potrete ammirare.

Il Palais de Chaillot funge da quinta architettonica del complesso del Trocadéro, davanti alla spianata su cui sorge la Tour Eiffel. Il palazzo è composto da due ali semicircolari, che ospitano diverse istituzioni culturali, tra cui il Musée de l’Homme e il Musée National de la Marine.

Questo, il cui primo nucleo espositivo fu inaugurato al Louvre nel 1827, può vantarsi di esser stato il secondo museo marittimo del mondo, dopo quello di San Pietroburgo. Nel corso di tutto l’800 il museo si arricchì di collezioni di modelli, strumenti di navigazione e pitture a tema marittimo, mentre la dimensione etnografica fu raggiunta con l’apporto delle missioni di esplorazione e delle spedizioni coloniali.

Alla fine di quel secolo il viceammiraglio Pâris, che diresse il museo dal 1871 al 1893 e che fu il fondatore dell’etnografia nautica, costituì una collezione di quasi 400 modelli d’imbarcazioni tradizionali d’Europa, ma soprattutto d’Asia e d’Oceania che rimane senza equivalenti al mondo (1).

Considerato come il sesto dipartimento del Louvre, il museo si estendeva allora su 2.000 metri quadri, con 19 sale. Nel 1937 il museo fu poi trasferito nel Palais de Chaillot, un edificio costruito per l’”Esposition Universelle des Arts et Techniques dans la vie moderne” di quell’anno.

Museo della Marina Parigi

Il nuovo allestimento

Oggi il direttore del museo, Vincent Campredon, racconta: “per il progetto di rinnovamento del museo, nel 2017 si è scelto, tra 140 dossiers presentati, quello degli studi h2o e Snøhetta. Gli architetti hanno riaperto gli spazi, ripreso i volumi originali e la luce naturale delle finestre che erano state chiuse.

È stato così realizzato un grande spazio di 800 mq, da destinare alle esposizioni temporanee, così come un auditorium che dispone di 200 posti, delle sale da destinare ai seminari, un ristorante e una libreria-boutique”.

Il 17 novembre del 2023, dopo 6 anni di lavori che hanno comportato la completa ristrutturazione degli interni, il museo ha finalmente riaperto i battenti.

Il nuovo allestimento ha sfoltito il numero di oggetti in esposizione ma ciò ha comportato anche la rimozione di alcune opere rilevanti, tra cui l’imponente tela di Théodore Godin che un tempo accoglieva i visitatori all’ingresso, subito dopo le biglietterie.

Il quadro ritraeva lo sbarco trionfale nel porto di Genova di Napoleone III nel 1859, al comando di quell’esercito che con le sanguinose battaglie di Solferino e di San Martino, giocò un ruolo rilevante nel processo dell’Unità d’Italia. È vero che si trattava di un’opera dichiaratamente celebrativa… ma a volte le celebrazioni hanno un loro valore.

 

La rete dei musei della marina francesi

Uno dei punti di forza del museo è dato dal fatto che costituisce il centro d’una rete che comprende i musei della marina di Rochefort, di Port-Louis (Morbihan), di Brest e di Tolone. Ne fa inoltre parte la biblioteca di Dugny, che conserva un’imponente quantità di documentazione, tra cui 7000 piani di costruzione di navi.

A partire dal 2016 questa massa di materiale ha trovato una sistemazione in un hangar aeronautico di 10.000 mq, insieme all’atelier di restauro ed a uno studio di fotografia. Un tale schema organizzativo funziona da moltiplicatore di risorse e d’idee quando si tratta di realizzare mostre o iniziative culturali.

Il percorso della visita è immaginato come un viaggio di mare, che comprende quattro “Scali” e tre “Traversate”.

Museo della Marina Parigi

Costruire e istruire: i modelli

Il museo conserva una ricchissima collezione di modelli navali. Tra loro vi sono quelli di cantiere, che un tempo venivano realizzati per finalità didattiche o rappresentavano un archivio delle forme dei vascelli messi in mare. Poi, a partire dalla fine del secolo XIX e per iniziativa del viceammiraglio Pâris, l’interesse per la modellistica navale si rivolse all’etnografia.

L’atelier del museo fabbricò quindi 200 modelli di imbarcazioni della Cina, del Giappone, dell’India, della Malesia, dell’Indocina, basandosi sui disegni raccolti dal Pâris nel corso delle sue circumnavigazioni. Oggi molti di questi modelli rimangono l’unica testimonianza di tipologie di velieri e di imbarcazioni da tempo scomparse.

Ornamenti di poppa della galera La Réale, 1688
Ornamenti di poppa della galera La Réale, 1688. © Boegly + Grazia for Casson Mann (architecture h2o architectes et Snøhetta)

Orientarsi in mare: l’arte della navigazione

Questa sezione risponde all’interrogativo: come ci si orientava in mare prima dell’avvento delle tecnologie moderne? Per mezzo di carte, sestanti, bussole, lenti di fari si segue l’evoluzione degli strumenti di navigazione, a partire dalle prime carte oceaniche e fino al sistema satellitare Galileo.

Rappresentare il potere: la scultura navale

A bordo dei vascelli storici anche un’attività artistica come la scultura non poteva sfuggire a motivazioni celebrative. L’esempio più immediato è dato dall’imponente polena del vascello Iéna, che ritrae un Napoleone nelle vesti di un (muscoloso) imperatore romano, ma anche dalle ricche decorazioni della galera La Réale.

Alla fine del XVII secolo la flotta delle galere di Re Sole era la più potente del Mediterraneo: contava una quarantina di unità mosse da 12.000 schiavi o forzati. Non stupisce quindi che la poppa della galera ammiraglia, “La Réale” esibisca un apparato ornamentale sontuoso.

Al museo ne sono esposti una quindicina di parti, finemente scolpite e ricoperte di lamina d’oro, che sono dedicate al Re Sole, associato ad Apollo e circondato da elementi che celebrano le quattro stagioni.

Théodore Gudin, sbarco di Napoleone III° a Genova.
Théodore Gudin, sbarco di Napoleone III° a Genova. Foto Panella

Dipingere per il re

Nel 1753 Luigi XV decise di dare incarico ad un unico pittore, Joseph Vernet, di ritrarre i maggiori porti della Francia. Nelle intenzioni del sovrano, si trattava di celebrare la grandezza e la prosperità del Regno, eseguendo opere di grandi dimensioni, destinate ad essere esposte in pubblico.

Negli anni seguenti l’artista visitò quindi Marsiglia, Tolone, Bandol, Antibes, Sète, Bordeaux, Bayonne, Rochefort, La Rochelle, Dieppe, realizzando quindici delle venticinque opere inizialmente previste. Vernet non si limitò a realizzare dei paesaggi e delle architetture vicine al vero, ma le animò ritraendo i personaggi più diversi: pescatori, facchini, pescivendole, vetturali, commercianti, nobili.

Tutti i quadri sono realizzati sullo stesso principio di composizione: un primo piano animato che crea un effetto di profondità e un cielo che occupa due terzi della composizione.

Queste tredici imponenti tele ci offrono una testimonianza preziosa sulla vita e le attività marittime del XVIII secolo ed influenzarono anche la storia artistica del nostro paese: Nel 1762, stanco dell’impresa, Vernet tornò a Parigi, ma intanto i suoi Ports erano divenuti un modello canonico celeberrimo. Le ambizioni di Ferdinando IV di Borbone trovarono in Hackert, venti anni dopo, un degno interprete per un’impresa analoga e che non ha equivalenti nella pittura europea di fine Settecento.” (2)

Philipp Hackert ebbe infatti l’incarico di ritrarre, in una serie di tele di notevoli dimensioni che oggi si possono ammirare all’interno della reggia di Caserta, i Porti del Regno delle Due Sicilie.

Da parte loro, le” Traversate” mettono in luce tre tematiche, collegate alle sfide marittime di ieri, di oggi e di domani.

specchio di poppa del vascello Le Soleil Royal
specchio di poppa del vascello Le Soleil Royal

Passando da Le Havre: le strade del consumo

Una gran parte di quello che consumiamo ogni giorno ci arriva dal mare. Qui il visitatore, a partire dal portoe circondato da containers, scopre le multiple attività portuali ed i loro attori, le rotte marittime del consumo ma anche i divertimenti e gli sport nautici. Inoltre, vengono illustrate anche le tematiche del trasporto dei passeggeri.

Tempeste e naufragi

Nel cuore, ma anche a monte ed a valle di un’onda immensa, nella quale il visitatore è invitato ad entrare, questo spazio affronta il mare da un punto di vista sensibile: si affrontano le questioni della solidarietà legate ai pericoli del mare, per mezzo di testimonianze, di opere monumentali e di oggetti ricavati da naufragi celebri, ritrovati per mezzo di tecniche ed operazioni d’archeologia sottomarina.

Battaglia navale.

La Francia, potenza navale: storia e innovazioni

Questa “Traversata” sintetizza le tematiche che, nell’allestimento precedente al rinnovamento del museo, avevano ricevuto ampi spazi. Attraverso la storia dei marinai, della diversità dei loro mestieri e delle loro professionalità questa galleria permette al visitatore di comprendere il ruolo e le missioni della Marine Nationale, così come gli sviluppi della marina da guerra francese, a partire dal XVII secolo fino ad oggi.

Si sottolinea poi la rilevanza della flotta di navi della Marine Nationale mosse dalla propulsione nucleare: dalla portaerei Charles De Gaulle ai sommergibili lanciamissili balistici ed a quelli d’attacco. Un’ attenzione particolare è quindi riservata alle innovazioni e invenzioni tattiche e tecnologiche.

Opere di J. Vernet
Opere di J. Vernet

Infine, una visita al Musée National de la Marine non può tralasciare quella all’Hôtel de la Marine, un edificio monumentale che con il suo imponente colonnato domina la parte nord-orientale di Place de la Concorde. Realizzato nel 1774, per 226 anni ha ospitato la sede del Ministero della Marina e i sontuosi alloggi degli ammiragli che lo dirigevano.

L’edificio, dopo esser stato sottoposto ad un impegnativo restauro, è stato aperto al pubblico nel 2015. L’interno non ricorda quello di un “ministero” ma piuttosto quello di uno sfarzoso palazzo nobiliare, che ha mantenuto intatti mobili, suppellettili ed arredi d’epoca. Affacciandosi dalla terrazza del primo piano, lo sguardo domina Place de la Concorde, mentre in lontananza si intravede la Tour Eiffel.

NOTE:

  1. Un suo testo: Souvenirs de Marine Conservés, rappresenta un lavoro imponente che raccoglie circa 360 tavole di disegni e che rimane un punto di riferimento per gli studiosi
  2. Cesare de Seta, Philipp Hackert. Vedute del Regno di Napoli, Franco Maria Ricci ed.,1992.