La prima volta che provai ad avvicinarmi al museo marittimo di Macao fu provenendo dall’isola di Hainan, ove avevo preso la coda di un uragano restando ben chiuso in albergo. Purtroppo, lo stesso uragano aveva fatto ancora più danni a Macao e il museo marittimo era finito sott’acqua. Quando arrivai in traghetto da Hong Kong, ebbi solo modo di constatare che era chiuso e che lo sarebbe stato per mesi. A distanza di qualche anno, ho ripetuto il tentativo e questa volta la fortuna è stata dalla mia parte. Per raggiungere Macao, non era più necessario utilizzare il traghetto veloce in quanto, nel frattempo, e a tempo di record, era stato edificato l’immane ponte che collega le due città e la cui lunghezza supera i 50 chilometri. Già l’attraversarlo è una esperienza interessante: si tratta di una struttura imponente che è in parte soprelevata sulle acque e in parte si immerge con un tunnel che passa sotto il fondo della baia, permettendo al traffico mercantile di continuare a passare indisturbato sulle acque soprastanti. Un’opera ingegneristica di notevole livello, sorprendente anche per la velocità di realizzazione. Alle due estremità esistono dei terminal per gli autobus che nulla hanno da invidiare a quelli dei più moderni aeroporti. Dopo poco più di mezz’ora di bus, le pratiche doganali sono rapidissime e si può subito prendere un taxi che, in una manciata di minuti, lasciandosi a destra il lago Sai Van, ci porta alla nostra destinazione.

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