Lo Schooner ha rappresentato il “National rig” della vela a stelle e strisce, descrivendo una parabola temporale romantica quanto dura che ha arricchito di gesta affascinanti due secoli di storia. Eccone il profilo. 

La storia

Tra gli yacht protagonisti della storia della vela, uno spazio particolare lo meritano gli schooner di Gloucester: i leggendari Bankers. 

Queste golette nordamericane navigavano tra i pescosi Banchi di Terranova, per poi vendere il pescato nei ricchi mercati di New York e Boston. 

Tutto iniziò una gelida mattina del 1713 nel New England. Nel bacino di Gloucester, tra le fitte nebbie tipiche di quelle latitudini, il capitano Andres Robinson era intento a coronare il sogno di una vita, varando la sua nuova goletta. Lo scafo iniziò a scivolare sulle assi in legno dell’invaso, immergendosi dolcemente nelle ferme acque del bacino. Entusiasmato dal varo ma anche stupito dalla dolcezza con la quale la carena s’era immersa, il capitano sussurrò “see how she schoons” guarda come scivola. Decidendo quindi chiamare “Schooner” il suo innovativo scafo realizzato in legno di quercia canadese. 

Lo scafo del capitano Robinson non era riconducibile a nessun progetto preesistente e le sue forme larghe e piatte, identificheranno i tratti salienti del “national rig” statunitense: lo schooner per l’appunto. 

Il patriottismo, ma forse ancor più il pragmatismo degli americani, li portò a rifiutare la concezione dello yachting che gli inglesi proponevano alle loro colonie. Gli Yankee, neanche a dirlo, volevano fare di testa loro. Quel popolo senza tradizioni intendeva realmente dar vita ad un mondo tutto loro e soprattutto, tutto nuovo. Nello yachting questo vento di novità originò velieri mai visti prima. Carene decisamente più pratiche e fruibili delle strette e profonde realizzazioni inglesi. 

Schooner Mariette
Bordo libero basso, un generoso piano velico, un lungo bompresso e due alberi inclinati verso poppa armati di randa e controranda, i tratti salienti del National Rig statunitense del XIX secolo.

Il progetto

I rivoluzionari scafi del New England divennero celebri per le loro sezioni centrali poco stellate unitamente al baglio massimo tanto pronunciato quanto arretrato. Dall’originale idea nacquero carene veloci e capienti, ideali per le andature portanti. Capaci di soddisfare le richieste di un Paese in turbolenta crescita. Esattamente quello che occorreva ai fisherman dei Bankers. Rudi pescatori che, a differenza degli aristocratici inglesi, non veleggiavano per diletto ma per assicurarsi il prezzo migliore sul banco del pesce. 

La dicotomia in cui lo yachting si stava addentrando era stridente. Da un lato gli yacht stretti e profondi squisitamente “british”, dall’altro i larghi e potenti schooner statunitensi del Long Island Sound, versatili e veloci, ideali per pesca. I Banchers, i famigerati schooner nordamericani, divennero i migliori interpreti di questa nuova tendenza. Gli equipaggi, da mesti pescatori, divennero autentici funamboli della vela, uomini che dovevano confrontarsi sia con la forza della natura, tutt’altro che benigna a quelle latitudini, che con la spietata concorrenza.

Al largo di Terranova, dove gli iceberg da millenni si sciolgono incontrando la Corrente del Golfo, si erano formati dei pescosi bassi fondali. Dopo estenuanti battute di pesca in quelle gelide acque, quando la stiva era colma di tonnellate di pesce salato, gli schooner salpavano dai “Banchi” alla volta del banco del pesce di New York e Boston, ma solo chi arrivava prima riusciva a vendere l’intero pescato. 

disegno Schooner
Gli schooner avevano prua filante e sezioni poppiere larghe e piatte, ideali per le andature portanti.

L’evoluzione

La necessità, divenne virtù e per essere più veloci si perfezionarono le già efficienti linee d’acqua degli originali Banker-Schooner. Nel corso degli anni si affinò l’equilibrato concetto iniziale, forzando sempre più le linee d’acqua alla ricerca della prestazione assoluta. Aumentò progressivamente non solo la lunghezza ma soprattutto la larghezza delle carene. 

I generosi piani velici iniziali, dotati di due alberi armati con randa e controranda, crebbero ulteriormente, incrementando notevolmente la potenza di questi velieri d’altura. Linee piatte e potenti, spinte da superfici veliche importanti produssero velocità sorprendenti. 

Attorno al 1830, non potendo incrementare ulteriormente l’altezza degli alberi, si iniziò ad alleggerire quello che vi era sotto. Venne eliminato tutto ciò che non era essenziale, porzioni sempre più importanti dell’opera morta e delle sovrastrutture, vennero costruite in “american pine”, il leggero pino statunitense, invece che in pesante quercia. Le prestazioni dei Bankers, attorno alla metà dell’800, da buone che erano divennero eccellenti. 

Lungo una trentina di metri e largo quasi sette, lo schooner “America” pescava poco più di 3 metri; la stabilità era garantita dalle forme larghe e piatte delle sezioni poppiere, mentre due alberi vistosamente inclinati verso poppa sostenevano 500 metri quadrati di tela.

Come è nata la Coppa America

Non a caso, fu proprio uno schooner di Gloucester, nella metà del XIX secolo, a strapazzare l’intera flotta inglese. La regata si tenne nella culla dello yachting britannico, nelle acque del Solent, attorno all’isola di Wight. Era il 22 agosto 1851 e lo yacht in questione altro non era se non uno dei tanti schooner che incrociava al largo di Boston. Attraversando a tempo di record l’Atlantico, aveva mostrato quali medie fossero alla sua portata e che gli yankee non si erano sbagliati a sviluppare quelle strane carene. 

Lo schooner in questione si chiamava come il Paese da cui proveniva “America”. Vinse a mani basse quella storica regata, mentre alla débâcle dell’ingegneria navale inglese, assisteva attonita anche la Regina. La regata ebbe anche un certo seguito, oggi la chiamiamo America’s Cup

Ma agli armatori nordamericani interessava vincere una sola regata: quella del “pescato”. La rotta era sempre la stessa, dai Banchi al banco: dai gelidi e ventosi Banchi di Terranova, al ricco banco del pesce di Boston. Col passare degli anni, sull’altare della velocità era però stato letteralmente sacrificato tutto. Gli scafi divennero sempre più estremi, larghi e leggeri, persino il bordo libero iniziò a diminuire. Erano diventati velieri bellissimi. L’obiettivo però restava uno solo: essere più veloci dell’agguerrita concorrenza. 

All’ormai celebrato Banker-Schooner, dalla metà dell’800, si sovrappose l’ancor più estremo, Market-Schooner. Divenne possibile portare al mercato il pescato addirittura fresco! La stabilità era ormai garantita dalla sola forma piatta e svasata dell’opera viva. La zavorra esterna, era già sparita da tempo e quella interna fece ben presto la stessa fine, sostituita dal pescato stesso. 

Ma sull’avvenente altare della prestazione è una sola la merce da pagare: la sicurezza. Alle violente tempeste che facevano strage della flotta ancorata nei gelidi “Banchi”, si aggiunsero sempre più frequenti i disalberamenti e i cedimenti strutturali subiti nelle spericolate corse verso le capitali del pescato.

I disalberamenti

L’enorme stabilità prodotta da carene così svasate, unitamente all’esagerato raddrizzamento dovuto al peso della cambusa stracolma di pesce, produsse incidenti sconcertanti. Impattando in planata sulle onde, ad oltre 20 nodi, numerosi schooner persero entrambi gli alberi. L’inerzia del piano velico, interamente realizzato in legno, non era più in grado di resistere a decelerazioni tanto violente. Era sempre più facile veder rientrare a Gloucester dei bankers completamente “rasati”, privi dell’intero piano velico. 

Sotto la spinta dell’esasperazione prestazionale, nella corsa dai “Banchi al banco”, vennero stabilite medie strepitose, ingaggiati drammatici duelli e persi un migliaio di schooner assieme a qualcosa come 10 mila vite umane. Un’autentica strage. Rudyard Kipling, meglio di chiunque altro, seppe raccontare le gesta di questi marinai nel suo celebre romanzo “Capitani coraggiosi”. 

il film capitani coraggiosi

Malgrado l’alto prezzo di vite umane pagato, la corsa dei Bankers continuò sfrenata. Nel 1880, la distanza dal pescoso “Banco di San Giorges” a Boston (oltre 160 miglia), veniva coperta in meno di 10 ore. Il pescato sul banco del pesce, più che fresco, ci arrivava vivo!

Veder navigare questi yacht, tra le violente tempeste dell’Atlantico del Nord con tutta tela a riva, era un autentico spettacolo. I tempi stavano però rapidamente cambiando. Gli States si erano sostituiti all’impero Inglese nel dominio dei mari e le navi ad elica avevano decretato il tramonto di questi potenti yacht. 

Goletta America
Lo Schooner “America” in una rara litografia di D.G. Dutton custodita nel National Maritime Museum-Greenwich

Il ‘900

Nei primi dell’900, la diffusione delle barche a propulsione meccanica, unitamente ad alcune “scuffie” dovute all’eccessiva esasperazione raggiunta dalle ultime realizzazioni, portarono all’estinzione dei leggendari schooner. Lungo l’intero Long Island Sound, gli schooner di Gloucester vennero sostituiti dai nuovi esclusivi Sloop. L’ormai arricchita società americana aveva esaurito l’iniziale pragmatismo, abbracciando l’idea del veleggiare per puro diletto. 

Lo schooner rimarrà il “national rig” nordamericano, ma i suoi connotati perderanno quei tratti rudi che l’epopea dei Bankers gli aveva donato. Anzi, gli venne persino confezionato un aplomb sportivo che, seppur spettandogli di diritto dal punto di vista prestazionale, non rispecchiava affatto lo spirito concreto e commerciale col quale nacque e si diffuse.