Un mare di storia

foto di Roberto Celi

Un avvincente viaggio nel tempo, sulle rotte della storia delle costruzioni navali, della navigazione, della subacquea e delle comunicazioni radio. È il percorso che nel 2023, attraverso la collezione più grande d’Italia e tra le più ricche al mondo, è stato compiuto da ben 37.000 visitatori.

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Apparato radio di Ondina 33 del Dirigibile Italia usata nella Tenda Rossa

Mantenere vivo il culto delle tradizioni marinaresche

“Una visita al Museo realizza lo scopo per il quale esso fu istituito: mantenere vivo il culto delle tradizioni marinaresche; raccogliere e degnamente custodire i reperti che raccontano il passato di gloria, sacrificio e onore della nostra Marina; documentare l’evoluzione tecnica delle navi e, sul piano delle peculiarità che lo rendono unico a livello internazionale, quanto di meglio l’arte decorativa abbia prodotto nell’epoca dei vascelli a vela attraverso le polene” così il direttore del Museo, il contrammiraglio Leonardo Merlini, col cuore che batte di amor di Patria e la mente attraversata da interrogativi.

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Contrammiraglio Leonardo Merlini

Miglioramento dei servizi di accoglienza

La domanda suona così: quali saranno gli effetti del bando col quale il Ministero della Difesa, attraverso la società in house Difesa servizi Spa, confida nel mercato per traguardare la gestione da parte di un operatore titolato, finanziariamente capiente e dal know-how a misura di valorizzazione – multimediale e interattiva – delle collezioni?

Ora la narrativa delle esposizioni è affidata a pannelli e cartelli molti dei quali di cartone segnati dal tempo e il bookshop consiste in una vetrina e in un espositore. Le prospettive aperte sono quelle del miglioramento dei servizi di accoglienza, del ricorso alle installazioni informatiche per spiegare i tesori ed emozionare.

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Ricevitore R.T. a reazione

Il termine ultimo per presentare le offerte è il 12 febbraio 2024

Il termine ultimo per presentare le offerte è il 12 febbraio 2024. Posta in gioco? La concessione del complesso per 12 anni a fronte di un canone annuale pari a 60.000 euro, con previsione di royalties sugli incassi e investimenti totali minimi da 1.947.180 euro (850.000 in sistemi tecnologici e multimediali, 700.000 per opere architettoniche, 300.000 per nuovi allestimenti, il resto in promozione e comunicazione).

Tre le manifestazioni di interesse inanellate nel primo step esplorativo della procedura ma nessuna offerta è stata depositata alla scadenza del primo bando, lo scorso settembre.

Di qui il nuovo disciplinare più elastico sul quantum degli investimenti e proiettato, oltreché allo sviluppo logistico in sito sulla base di un progetto della Marina da finanziare, anche alla gestione di un polo museale alla Maddalena, con reperti attingibili dai magazzini del museo-madre. Così gli sviluppi di una storia che viene da lontano.

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Un aspetto della mostra temporanea sulle Navi Asilo

Il Museo tecnico navale della Spezia fu inaugurato nel 1958

Il Museo tecnico navale della Spezia fu istituto dalla Regia Marina. L’attuale sede, realizzata dopo i bombardamenti che danneggiarono la prima, posta nel cuore dell’Arsenale, fu inaugurata nel 1958 dal ministro Paolo Emilio Taviani. Sono 17.000 “U i cimeli in esposizione nelle sale, strutturate su due piani per oltre 2.800 metri quadrati, con annesso giardino.

Quattro le tematiche portanti: le origini dell’Arsenale e il conseguente sviluppo della Spezia; il lavoro delle maestranze; le imprese eroiche di ogni tempo; le eccellenze tecniche che hanno scandito il progresso tecnologico dell’andar sopra e sotto il mare e attraversare l’etere.

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Ricevitore detector magnetico

I percorsi espositivi

Tra i percorsi espositivi, quelli relativi allo sviluppo delle costruzioni navali (dalle zattere alle moderne navi ’grigie’) e alle testimonianze – fra modelli e armi – della marina prima e dopo l’unità d’Italia fino alla rivisitazione, con mezzi navali e reperti d’epoca, delle imprese degli assaltatori anfibi nella prima e seconda guerra mondiale.

Insomma, un tuffo in un mare di storia, in cui ognuno può nuotare a piacimento. Vediamo alcune delle ’sponde’ su cui soffermarsi. La più suggestiva è sicuramente quella delle polene: l’allestimento nella nuova sala dedicata – finanziata nel 2017 dai cantieri Sanlorenzo, cogliendo l’incentivo dell’art-bonus – le pone appoggiate alle rappresentazioni stilistiche dei dritti di prua, trattenute da catene ancorate alle pareti, con gli occhi puntati verso gli osservatori.

Insieme alla polena osé di Atalanta (che raffigura una giovane scalza, avvolta in un drappo che lascia scoperto un superbo seno destro) ci sono le rappresentazioni di sovrani e uomini di mare che hanno segnato la storia: come la polena della nave-scuola Cristoforo Colombo, col grande navigatore col braccio alzato per indicare il nuovo continente avvistato dalla Santa Maria. Di grande interesse i vecchi strumenti di ausilio alla navigazione (prima dei satelliti) e gli apparati antesignani di Internet e Wi-Fi, come la stazione ricevente-trasmittente usata nel 1897 alla Spezia da Guglielmo Marconi (quando aveva 23 anni) nei suoi primi esperimenti.

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Si affianca all’esposizione marconiana, la radio della salvezza usata nella mitica Tenda rossa dai superstiti della spedizione polare del dirigibile Italia comandata dal generale Nobile. Insieme alle mostre permanenti, quelle temporanee. Fino a Pasqua si potrà ammirare quella sulle Navi asilo, curata dal direttore Merlini. Racconta come, tra le fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del XX secolo, il mare sia stato palestra di vita per tanti orfani e bambini che vivevano ai margini della società.

A bordo delle navi Garaventa, Scilla, Caracciolo, Azuni ed Eridano trovarono istruzione morale e professionale, autostima e autonomia per affrontare le sfide dell’esistenza.

Il Museo navale è costantemente meta di ricercatori per la realizzazione di saggi, libri e film. Per quello su Salvatore Totaro – il Comandante – è stato studiato il cannone del sommergibile Cappellini, custodito nell’area aperta dove esiste il sacrario dei sommergibilisti che, nelle prospettive del bando, sarà rimodulato per accrescere suggestione e reperire altri spazi al coperto e all’aperto per collezioni ed eventi. Sono ricorrenti le donazioni per trasferire alle nuove generazioni le memorie navali raccolte da privati.

La più consistente è quella del comandante Ernani Andreatta che ha messo nella disponibilità della Marina i preziosi reperti custoditi nel Museo marinaro Tommasino Andreatta attualmente ospitato nella Scuola telecomunicazioni interforze di Chiavari. Anche questo un valore esterno, ma sinergico, alla sede madre spezzina lanciata sulla rotta della valorizzazione.