Da Capri a Vico Equense di Redazione Nautica il 27 Mag 2025 di Rino Esposito Il mio ultimo racconto di esperienze per mare (pubblicato su “Nautica” il mese scorso) terminava con l’arrivo della nostra barca a Marina Grande di Capri, dove eravamo riusciti ad ottenere, per l’interessamento di un amico habitué dell’isola, uno scomodissimo posto di ormeggio al transito, praticamente all’imboccatura del porto. Ma Capri è Capri ed io da decenni mi portavo dentro il ricordo di quando, squattrinato studente universitario, andavo a Capri in traghetto con gli amici la mattina e si tornava il pomeriggio, perché non avevamo i soldi per permetterci una vacanza anche breve sull’isola. I Faraglioni di Capri Sono passati tanti anni, ora siamo riusciti ad arrivare sull’isola con il nostro Bavaria 33, anche se solo per due notti di ormeggio, il che essendo i primi di agosto è già un miracolo. Unico problema era il non poter lasciare il posto all’ormeggio al transito, per uscire in mare per un bagno, in quanto non era certo che al ritorno il posto sarebbe stato ancora disponibile, considerato il continuo traffico di barche che arrivano nel porto. Sistemata la nostra barca alla passarella galleggiante del transito posta all’imboccatura del porto, ci rendiamo conto che i grossi yacht che arrivano, nel fare manovra per entrare di poppa all’ormeggio, passano con l’estremità della prua quasi sopra le nostre teste. Cominciavamo a rimpiangere la tranquillità dei porticcioli di Lacco Ameno o di Ventotene che frequentiamo di solito. Ma il nostro amico caprese continuava a ripeterci che Capri meritava qualche piccolo inconveniente senza importanza che andava sopportato con la pazienza dei vecchi lupi di mare. Sommario Passeggiando per CapriCosa visitareNeranoVico EquenseLe specialità culinarie di VicoRientro a Procida Passeggiando per Capri La sera usciamo tutti in gruppo per una cena in un locale caratteristico: abbiamo scelto un ristorante di Marina Piccola dalla cui terrazza si possono vedere distintamente i Faraglioni. È valsa la pena di camminare sui ciottoli della panoramica Via Krupp, scendendo poi un bel po’ di gradini, perché abbiamo riscoperto vecchi piatti della cucina partenopea e caprese, basata su un miscuglio di vegetali col pesce, sui frutti di mare ed in particolare sulla squisita pezzogna all’acqua pazza. Scusate se mi sono dilungato sul menu, ma se capitate a Capri tenetene conto perché, come dico sempre, anche questo è amore per il mare. Tra l’altro il conto non è stato neanche salatissimo rispetto al gusto della scoperta di antichi sapori ormai dimenticati. La mattina dopo, lasciata la barca ormeggiata nel porto, abbiamo preso la funivia che ti lascia su un lato della Piazzetta e ce ne siamo andati in giro per le stradine del paese dove il profumo dei fiori e dei gelsomini selvatici si mescola con il profumo del mare. Abbiamo visitato un laboratorio di profumi che ha cercato di riprodurre questa indefinibile fragranza cui è difficile resistere. Non si possono certo dimenticare i 2500 anni di storia dell’isola: nell’VIII secolo a.C. coraggiosi marinai e coloni greci arrivarono sulle coste della Campania dove fondarono la Nea Polis (Napoli, la nuova città), insediandosi poi a Pithecusa (Ischia), Cuma ed infine nella penisola sorrentina ed a Capri. Anche i Romani, secoli dopo, rimasero ammaliati dai colori e dalla bellezza dell’isola: basta ricordare che molti imperatori, in particolare Tiberio, ne furono assidui frequentatori. Ed anche oggi sono tantissimi i Vip che frequentano l’isola. La costa è frastagliata con ripide scogliere e numerose grotte che i Romani usavano come ninfei delle loro splendide ville. La più famosa è la Grotta Azzurra, dai stupendi effetti luminosi, mille volte descritti da poeti e scrittori che passando per Capri sono rimasti affascinati da una bellezza insolita che si può respirare fin nell’aria. Incastonata fra le rocce abbiamo anche intravisto la villa dello scrittore Curzio Malaparte che, edificata negli anni ‘30 del secolo scorso, è ancora straordinariamente moderna. Ritornando verso la Piazzetta, nelle stradine adiacenti ci sono carinissimi negozi che hanno attirato la nostra attenzione. Cattedrale Vico Equense Cosa visitare Poi qualcuno del gruppo ha insistito per una breve visita alla Certosa di San Giacomo, il Convento più antico di Capri, edificato nel 1371 per volere del Conte Giacomo Arcucci. Costruito nello stile tardo-romanico del periodo, era gestito dai monaci Certosini che mantennero per secoli i privilegi concessi dal Re di Napoli e riuscirono a far risorgere il monastero dopo le continue distruzioni dei pirati saraceni, che flagellarono l’isola fino alla metà del 1500. Fu completamente abbandonato dopo il periodo napoleonico. Il monastero, dopo il 1975, è diventato sede di un museo dopo notevoli lavori di restauro dell’intera struttura. Il nostro vagabondare, anche se è durato l’intera giornata, non ci ha certo consentito di conoscere a fondo l’anima dell’isola: infatti se è così ambita e ricercata, deve esserci sicuramente un motivo più profondo delle sole bellezze naturali. Questo ci costringerà sicuramente a tornare, magari in un periodo in cui sarà possibile trovare un ormeggio un po’ meno scomodo. Il mattino dopo, con un mare increspato da un leggero vento di levante, abbiamo dovuto lasciare l’ormeggio e ci siamo diretti verso Punta Campanella. La nostra meta era Vico Equense sulla costiera sorrentina dove volevamo raggiungere dei nostri amici che ci avevano invitato a passare qualche giorno da loro. Ad una velocità di circa 20 nodi ci siamo diretti verso Punta Campanella dove subito dopo si apre la stupenda Baia di Ieranto, dove per entrare ci vuole un permesso speciale e comunque è vietato ancorarsi per non danneggiare il fondale marino. Marina Vico Equense Nerano Costeggiando lentamente in un mare dall’indefinibile colore tra il verde e l’azzurro non abbiamo proseguito subito per Vico Equense, ma virando a dritta ci siamo diretti verso Nerano, il primo paese che si incontra in direzione della costiera amalfitana. È un piccolo borgo marinaro, vicino alla baia di Ieranto, sulla Marina del Cantone, uno degli angoli più suggestivi della costiera, frequentatissima specialmente da turisti inglesi. Abbiamo deciso di fermarci a Nerano per pranzare, anche se non essendoci un porticciolo, bisogna ancorarsi fuori, dove un gommone ci viene a prendere e ci porta a riva. Ovviamente c’è un motivo preciso per fermarsi in un posto scomodo per sbarcare: i ristorantini sulla spiaggia ti servono la specialità del paese, gli spaghetti alla Nerano, piatto eccezionale con zucchine, provolone del monaco grattugiato, basilico e pepe nero. Il piatto vale sicuramente la deviazione e lo scomodo ormeggio. Villa Malaparte Vico Equense Dopo pranzo abbiamo ripreso il mare e dopo aver costeggiato lentamente Punta Campanella abbiamo virato a dritta verso la Costiera Sorrentina per raggiungere Vico Equense. I nostri amici hanno uno dei carinissimi appartamenti ottenuti ristrutturando un antico casale sulla spiaggia della Marina di Vico dove, vicino al muraglione che protegge la spiaggia, hanno ricavato pochissimi ormeggi su una passerella a mare. Per una sola notte ci hanno garantito un attracco che, poiché per fortuna il mare è molto calmo, è abbastanza sicuro. Dopo aver sistemato la barca ed esserci data una sistemata, con i nostri amici siamo saliti su al paese per fare un giro turistico. Abbiamo visto la Cattedrale di S. M. Annunziata costruita su uno sperone di roccia a picco sul mare agli inizi del XIV secolo. Si tratta di uno dei rari esempi di architettura gotica nella penisola sorrentina anche se la sua facciata fu restaurata nel XVIII secolo in stile barocco. Abbiamo poi visto da fuori il Castello Giusso, struttura militare costruita alla fine del XIII secolo da Carlo D’Angiò. Vico Equense Le specialità culinarie di Vico Per la cena non è semplice scegliere: tra i posti migliori c’è il ristorante del famoso cuoco Cannavacciuolo o la più semplice ma famosissima pizzeria Da Gigino, l’inventore della famosa pizza a metro, che abbiamo scelto per curiosità, anche perché lì hanno creato l’Università della Pizza. La pizza a metro nacque negli anni ‘30 del secolo scorso per l’intuizione di Gigino Dell’Amura che oltre alla qualità ebbe l’intuizione di realizzare pizze che avessero misure diverse a seconda del numero delle persone a tavola, per servirle in breve tempo, mantenendo standard qualitativi molto elevati. Mangiata la pizza, siamo andati per un gelato al Gran Caffè Zerilli; è necessario però raccontarvi perché abbiamo scelto questo locale. Uno dei figli del fondatore alla fine del 1800 si sposò e si trasferì negli Stati Uniti ed una delle sue nipoti, Anna Zerilli, sposò un certo Douglas Frederick Springsteen; uno dei loro figli era Bruce Springsteen, il famoso cantante americano che qualche anno fa ha tenuto un concerto a Napoli, dopo essere passato a Vico per un caffè dai suoi parenti italiani. D’altra parte in Italia ogni paese ha qualche storia particolare da raccontare. Rientro a Procida E così, dopo la piacevolissima sosta a Vico Equense, il mattino dopo siamo dovuti ripartire dirigendoci verso Procida per fare un necessario rifornimento di carburante al nuovo porto turistico. Abbiamo poi ripreso il largo verso Nord, verso il Circeo, in un mare che sembrava un lago, stanchi per le intense giornate vissute sul mare ma dispiaciuti per la fine della nostra piccola crociera. Infatti girare per mare con una barca ti consente anche di studiare la storia e l’architettura del posto, ascoltare le favole locali e sicuramente, non per ultimo, apprezzare l’enogastronomia con l’eccellenza dei prodotti del territorio. E vi assicuro che Capri e la Costiera Sorrentina da questo punto di vista non ci hanno deluso, anzi abbiamo una forte motivazione per tornarci. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!