L’arcipelago più famoso al mondo sembra destinato ad essere per gran parte sommerso

L’arcipelago probabilmente più famoso al mondo sembra proprio destinato ad essere per gran parte sommerso nel giro di pochi decenni dalle sue stesse acque cristalline. Dunque, affrettiamoci, poiché “il Paese delle favole è sempre, più o meno, un’isola”. Parola di Peter Pan.

Maldive
Le due imbarcazioni di Albatross Top Boat – Foto di Paolo Bembo

Non è la prima volta che “vado per isole”, lo faccio da anni ed è per questo che mi sento di avere titolo per continuare a raccontare sempre qualche cosa di nuovo per descriverle e per cercare di far capire le sensazioni che visitandole si possono provare. Ho dei carissimi amici che, quando lo faccio, mi interrompono subito dicendo: “ma, su un’isola… dopo un po’ che fai? Non ti rompi le scatole?”.

Ecco, se voi state leggendo queste mie righe, va da sé che, con ogni probabilità, non la pensate così.

Per me e per molti come me, le isole raccolgono in sé la natura incontaminata, il mare, l’avventura, la libertà, la vacanza nel senso pieno della parola e tante altre cose… quanto poi ad annoiarsi? Beh, ogni volta che arriva il giorno del ritorno, non sono mai pronto: vorrei essere appena arrivato.

Quando poi queste isole sono le Maldive, esistono tanti altri motivi per farmi privilegiare questa vacanza isolana.

Parliamone un po’, perché anche se il soggetto è stato già esaminato da tanti e tante volte, al punto di sembrare abusato, mi sembra che si possa aggiungere sempre qualche cosa.

Uno dei più grandi scrittori di mare contemporanei, Vittorio G. Rossi, soleva dire: “bisogna scrivere con la propria pelle, cioè prima vivere, poi scrivere”; e quindi, per farlo, siamo tornati alle Maldive per verificare, per non cullarci solo nei molti bei ricordi ma per una verifica aggiornata.

Maldive
Pesci e madrepore. Foto Svenja Hartmann

Innanzitutto, per chi conosce queste isole solo per sentito dire, qualche informazione.

L’arcipelago consta di 26 atolli, nell’ambito dei quali si contano 1192 isole; di queste circa 200 sono abitate e solo su di un centinaio esistono resort per turisti. Le isole sono disposte su una superficie acquea che misura 754 km in altezza e 188 in larghezza, tra la latitudine 7,6°N e 0,41°S.

L’altezza media sul mare è di soli 2 metri. Per colpa del riscaldamento globale, e non solo, il livello medio del mare sta salendo, per cui, se qualcuno vuole vedere questi paradisi… farà meglio ad affrettarsi.

Per raggiungere Maldive esistono vari voli diretti, a seconda della stagione, e una quantità di voli con una o più soste intermedie. Insomma, ce n’è un po’ per tutte le tasche e per tutti i gusti.

Esistono diverse possibilità di godere di questo contesto stupendo ma essenzialmente sono due: una per chi ama l’avventura e vuole avere una visione più d’insieme e una per chi è più stanziale e desidera una permanenza all’insegna della tranquillità più assoluta.

Male

La prima si concretizza con una piccola crociera, sul genere di quelle organizzate da Albatros Top Boat, nota agenzia di Milano che possiede due barche di base a Male. La seconda comporta la scelta di uno dei vari resort presenti in molte delle isole dell’arcipelago.

Procediamo con ordine. Arriviamo all’aeroporto internazionale di Male la mattina e troviamo ad attenderci il “Duca di York”, una splendida imbarcazione di 36 metri di lunghezza.

Maldive
Madrepore


Ricordo una massima dei pescatori salentini (citata anche in “Isolario italiano” di Fabio Fiori) che recita: “Mare viti e fusci! Taverna viti e trasi!” (Mare vedi e fuggi! Taverna vedi ed entra!).

Beh, qui il mare – che va comunque sempre trattato con rispetto – proprio non ispira immediato timore; quello che ci accoglie subito fuori dall’aeroporto ha i colori che ci aspettavamo e ci appare immediatamente amico ed accogliente.

La crociera che abbiamo scelto ci porterà a visitare alcune isole degli atolli centrali (a un costo della pensione completa di 1590 euro a persona per settimana, ma per avere idee più complete e aggiornate suggerisco di consultare il sito www.albatrostopboat.com).

In determinati periodi dell’anno, esistono anche le crociere con Manta trust e biologo a bordo, le crociere al Nord per l’avvistamento delle mante nella bellissima baia di Hanifaru e le crociere al Sud e all’estremo Sud.

Prima di partire, parliamo un po’ di coralli, visto che dietro l’esistenza delle Maldive ci sono loro.

Ho ritenuto opportuno prendere in prestito questa ottima descrizione che fu fatta, tra la fine degli anni ’40 e primi del ’50 da F.D. Ommanney, nel suo volume “I banchi del Capricorno”: “I coralli che generalmente formano le scogliere tropicali sono minuscoli polipi racchiusi entro uno scheletro di carbonato di calcio.

Si dividono e suddividono milioni di volte tanto che, man mano che si formano polipi nuovi e i vecchi muoiono, immense masse compatte dei loro scheletri si ammucchiano sul fondo del mare.

Formano come dei nastri lungo le coste tropicali e cerchi attorno alle isole, oppure quei numerosi atolli in cui ci imbattevamo spesso durante le nostre crociere, simili tutti a una corona di isole coralline attorno a una laguna.

Maldive
Tridacna. Foto Svenja Hartmann

I polipi non sopportano temperature inferiori ai venti gradi e di conseguenza gli scogli corallini si trovano entro una cintura tropicale tra i 25 gradi di latitudine tanto nord che sud…omissis…

I polipi traggono nutrimento da piccoli animali e piante che catturano con i loro tentacoli e appunto per questo sono costretti a vivere in acque mobili ma non troppo agitate, limpide e prive di sedimenti…omissis…

Nelle acque calme le madrepore assumono forme fantastiche e stupende quali il corallo “corna d’alce” che assomiglia appunto alle corna di un alce, o altri che formano masse rotondeggianti a reticolo oppure globose e simili a cervelli”.

Dopo una premessa letteraria simile, la curiosità di sperimentare in prima persona queste sensazioni, di confrontarsi con tanta bellezza, penso sia spontanea in tutti noi e ci avviciniamo al nostro primo snorkeling pieni di aspettativa.

Atollo di Rasdhoo

In barca, abbiamo lasciato l’atollo in cui si trova Male, quello di Hulumale, e abbiamo navigato in un mare più che tranquillo per circa quattro ore, per raggiungere il piccolo atollo di Rasdhoo.

Anche qui, come in molte altre zone dell’oceano Indiano, il cosiddetto Niño ha colpito duramente, creando variazioni di temperatura tali da uccidere molti coralli e gli scheletri sul fondo sono muta testimonianza della tragedia avvenuta.

Fortunatamente, però, la natura è un po’ ovunque in piena ripresa, e si può nuotare felici di assistere a spettacoli naturali incomparabili. Forme e colori più vari fanno bella mostra di sé, fornendo allo stesso tempo ricovero e cibo a una fauna ittica incredibile.

 

Maldive
Squalo grigio. Foto Carlo Carpentieri

E poi le conchiglie…

Gli appassionati sappiano che è vietata la raccolta, anche di quelle già morte. Ma vederle si può e già in pochi centimetri d’acqua si possono fare parecchi incontri interessanti, richiamando alla mente ancora le parole del letterato italiano del mare per eccellenza: “Quell’animale molle è architetto, e scultore, e pittore di sé stesso; è corruttibile come tutti gli animali, come l’uomo, ma fa quella cosa incorruttibile che è la conchiglia, ed essa è un’opera d’arte.

Il piacere di toccarla, tenerla nelle mani, maneggiarla, come si fa con un bambino sano e lavato di fresco, e i genitori sono vicini, e se lo possono portare via; è un piacere che deriva anche dal piacere di toccare qualche cosa di origine animale, ma che non saprà mai di morte, non si corromperà…omissis… ed è la vita del mare che continua dentro la pietra diventata conchiglia; il mare che è sempre vivo, sempre sveglio, e non ha mai voglia di riposarsi, di dormire” (Vittorio G. Rossi – “Calme di luglio”).

Maaya Fushi

Da Rasdhoo, di buon mattino, ci si trasferisce, navigando verso Sud-Est per circa un’ora e mezzo, a Maaya Fushi, un’isola carina vicino alla quale emerge qualcosa che nella laguna veneta definirebbero “barena”: una lingua di sabbia nei pressi della quale è bello fare snorkeling mentre i sub raggiungono, a breve distanza, Maaya Thila. Siamo nella parte settentrionale del grande atollo di Ari.

Dopo il pernottamento a Maaya Fushi e una rapida immersione mattutina, con poco più di un’ora di navigazione verso Sud si raggiunge Meerufenfushi, un gioiellino d’isola, di cui, a piedi, si può fare il giro completo in una manciata di minuti.

Qui la varietà di pesci è anche superiore a quanto visto in precedenza. Spostandosi nei pressi della zona in cui l’acqua bassa, ricoperta da coralli di ogni forma, cede il passo a quella profonda è facile per tutti incontrare le più varie forme di vita.

Cominciamo a identificare alcuni “coralli”: la Pocilliopora meandrina e, della stessa famiglia, la Seriatopea hystrix; abbiamopoi molti esemplari di Acropora tenuis ma colpiscono l’occhio per la loro perfezione quelli della famiglia Fungidae quali la Fungia fungites, la Fungia scutaria, la Fungites paumotensis e l’Herpolitha limax.

Ci sono poi i coralli sinuosi, quali la Platygira sinensis che richiamano alla mente labirinti o opere d’Arte contemporanea. È facile imbattersi in qualche cono vivo, soprattutto nelle prime ore del mattino, quando rientrano dalla loro attività notturna; comunissimi il Conus arenatus e il Conus eburneus. Con un po’ di attenzione, è possibile trovare, nascoste fra le madrepore, anche le famose tridacne (Tridacna crocea) delle quali si vede poco o nulla della conchiglia ma si possono osservare con attenzione le varianti cromatiche che assume il mantello: sembra di trovarsi di fronte labbra colorate in giallo come in blu!

Moofushi

La mattina dopo, raggiungiamo rapidamente, a Sud-Ovest, Moofushi. La giornata è piovosa (di rado ma succede anche qui!) quindi mentre il gruppo dei sub va a fare la sua immersione, soprassediamo allo snorkeling, fattibile ma meno suggestivo per la mancanza del sole.

É quindi il caso di dire qualcosa circa le esperienze dei sub. Abbiamo ascoltato i loro racconti, quelli delle guide e visto le immagini da loro riportate. Beh, se i pesci da acquario che si vedono durante lo snorkeling sono stupefacenti, quelli che, con regolarità, incontrano i sub… lasciano a bocca aperta.

Comunque, incontri possibili per tutti sono quelli con le tartarughe (soprattutto Chelonia mydas), sempre emozionanti, e con le murene. A pochi metri di fondo, sempre belli da vedere gli Amphiprion nigrites e gli Amphitrion clarkii che si aggirano indifferenti tra i tentacoli degli anemoni di mare.

Maldive
Amphiprion nigripes tra i tentacoli di un anemone. Foto Gaetano Anzalone

Eboodhoo

A fine mattina, mentre si pranza con il consueto mix particolarmente gradevole di gusti italiani e maldiviani, ci si sposta verso un’altra splendida isoletta, Eboodhoo. Durante lo snorkeling riusciamo a vedere numerosi pesci: il Trachinotus baillonii, le molte varianti di pesci farfalla, il pesce scorpione, il Canthigaster valentini, il pesce angelo, il pesce rana, il grugnitore orientale, i pesci scoiattolo, nonché esemplari molto belli di echinodermi: dalle classiche stelle blu (Linckia laevigata), alla stella cuscino (Culcita schmedeliana).

I coralli offrono uno spettacolo da non perdere; possiamo vedere gli intrecci preziosi dei rametti del corallo ago, quelli più rotondeggianti del corallo verrucoso e la Stylophora pistillata e poi ancora l’acropora nasuta e la tenuis e molte altre varietà di acropore, e ancora le globosità della Pavona duendeni e i ventagli a fungo della Podabacea crustacea.

Alimathaa

La mattina dopo arriviamo ad Alimathaa e questa volta sub e snorkelisti condividono dhoni e orari perché si va tutti alla “pass” che da Alimathaa porta verso l’oceano. A favore di corrente, si nuota verso il pontile che si protende dall’isola. Guardando con la maschera vediamo i sub che procedono sul fondo, sotto di noi, anche se la luce comincia a scarseggiare e poi ci passa di lato, nel blu, uno splendido trigone.

Ci avevano avvertito della possibilità di incontrare degli squali nutrice, e pensavamo di vederne uno o due da una certa distanza, com’era successo fino ad ora con altre specie pelagiche; invece, all’improvviso, ci ritroviamo in un nugolo di squali che procedevano contromano rispetto a noi e più o meno alla stessa quota. Indescrivibile la sensazione che è passata rapidamente dal timore ancestrale alla meraviglia. Il nutrice non dovrebbe essere pericoloso ma, per chi non ha la consuetudine, trovarsi a tu per tu con un “pescecane” fa sicuramente effetto. La sera, basterà buttare qualche cosa a mare dalla barca per richiamarli in folla.

Maldive
Acqua più che cristallina – Foto di Paolo Bembo

Guraidhoo

La mattina, rotta su Guraidhoo, nell’atollo Sud di Male, con attraversamento di zona oceanica che ha turbato gli stomaci meno abituati, quindi snorkelling di prim’ordine. Ancora si avvistano nuovi pesci: il buffissimo Canthigaster valentini, il dentice a strisce blu, i pesci soldato, i fucilieri lunari.

Successivamente si raggiunge una lingua di sabbia disabitata, nel Nord di quest’atollo, ove si scende a fare un bagno indimenticabile in acqua cristallina. Si raggiunge quindi il nostro posto d’ormeggio a Male e da qui, nel pomeriggio c’è la possibilità di fare un giro nella capitale per gli ultimi
acquisti prima di prendere il volo di ritorno.

Dice Vittorio G. Rossi: “Per me, la vita comincia con le ciliegie e finisce con l’uva; e il resto è aspettare le rondini e le ciliegie”. Oggi, però, abbiamo la possibilità di prendere un aereo e andare a cercarci la stagione calda lontano da casa.

Oltre a sposare in pieno quest’idea, ritengo il consiglio buono per tutti noi: quando ci sentiamo troppo stressati dal trantran quotidiano, se appena ne abbiamo il tempo e la possibilità, rivolgiamoci al miglior medico per il corpo e per lo spirito: il Mare!

E andiamo a trovarlo dove si presenta al meglio per buona parte dell’anno, in particolare quando nei nostri climi è inavvicinabile.

Le Maldive, che ancora per un po’ resteranno sulla superficie del mare, ci aspettano. Ma non facciamo passare troppo tempo.