Che i catamarani da crociera costituiscano un fenomeno commerciale da seguire con molta attenzione è dimostrato dal crescente spazio che occupano all’interno dei grandi saloni internazionali, tanto da formare settori specializzati verso i quali confluisce un pubblico altrettanto particolare.

E poi ci sono i dati: stando al Global Order Book, nell’arco di un solo anno, questa fascia di mercato ha avuto un incremento degli ordini del 65%.

Il successo della formula si basa su alcune caratteristiche peculiari che soddisfano esigenze altrettanto peculiari che, a giudizio di quegli estimatori, non trovano risposte adeguate nei monoscafi.

Diciamo subito che non si tratta soltanto di vela, tipologia trainata in buona misura dal charter che da tempo la utilizza ampiamente in ogni parte del mondo, soprattutto laddove i bassi fondali sono proibitivi per le barche dotate di lunghe appendici.

Si tratta pure di cabinati a motore che, fatta eccezione per quei pochi modelli che sono frutto dell’elementare – per non dire semplicistica – eliminazione dell’attrezzatura velica da un progetto nato con albero, boma e tutto il resto, costituiscono un tema a sé stante, altrettanto interessante.

Il principale denominatore comune a entrambe le tipologie è costituito dalla superiore abitabilità che, tuttavia, non va messa in relazione – come si usa erroneamente fare – con la sola superficie disponibile, essendo questa fortemente condizionata dalla forma, dalle geometrie, dai volumi. L’altro è costituito dalla stabilità, intesa come capacità di contenere il rollio o, nel caso specifico della vela, di annullare quasi del tutto lo sbandamento provocato dalla pressione del vento sulla tela.

Inutile dire che, per i puristi autentici, questo suona quasi come una bestemmia, un po’ come accade con quei motoscafisti che non riescono a capire come si possa preferire l’accostata piatta di un cat alla “piega” quasi motociclistica di un monocarena con la “V” ben accentuata. Ma, come in molti altri casi, si tratta di una polemica sterile, in quanto basata su pregiudizi e gusti personali.

La verità è che i catamarani, tanto quelli a vela quanto quelli a motore, hanno ormai buone carte da giocarsi sul mercato, anche perché il tradizionale problema dei costi di ormeggio raddoppiati – a parità di lunghezza – sta progressivamente mitigandosi grazie alle iniziative di porti e marine che stanno sempre più aprendosi a questa tipologia di imbarcazioni.