TSUNAMI, MAREMOTO

Il movimento più conosciuto e appariscente del mare, il moto ondoso, è anche quello conosciuto meno degli altri, perlomeno dal punto di vista della formazione.

Per esempio, il meccanismo con il quale si formano le cosiddette «onde anomale» per cause principalmente meteorologiche non è ancora stato messo perfettamente a punto e il fenomeno rimane tuttora solo parzialmente spiegato.

Di conseguenza non è possibile avere una sistematica procedura per la sua previsione. Esiste peraltro un’altra forma di produzione di onde anomale: il movimento tellurico, ossia i terremoti specialmente quelli subacquei.

Una delle zone più vulnerabili a questo tipo di evento è il Pacifico settentrionale, nella zona delle Isole Aleutine, fortemente sismica. Il sommovimento del fondo marino, specie se di lunga durata, provoca onde di enorme lunghezza ma relativamente basse: per esempio, un centinaio di miglia con un’altezza di circa un metro, quindi praticamente inoffensive, se non fosse che, per attrito col fondo, le onde si accorciano e si alzano giungendo a lunghezze di qualche chilometro e altezze fino anche a una trentina di metri, diventando vere e proprie onde marine – naturalmente anomale – e non più sismiche.

Come noto, la velocità di un’onda marina è funzione della lunghezza, quindi mentre le onde sismiche hanno velocità dell’ordine dei 700 e più chilometri all’ora, le onde più corte sono più lente e quindi, co noscendo l’origine del sisma e la sua intensità e durata si possono fare delle stime di arrivo lungo certe coste onde dare un allarme alle popolazioni rivierasche.

Si racconta che una volta dei pescatori giapponesi in alto mare non si accorsero del passaggio di un’onda di maremoto, che prende il nome di «tsunami», e quando tornarono in porto non trovarono più nulla perché spazzato dall’onda gigantesca.

I ricercatori giapponesi sono all’avanguardia in questo genere di studi e d’altra parte si comprende bene l’interesse verso questo tipo di fenomeno, estremamente pericoloso. In genere le onde di maremoto che partono dalle Aleutine giungono a distanze molto forti in tempi relativamente brevi.

Per esempio, le coste dell’Alaska e degli Stati Uniti occidentali fino alla California sono interessate a questi «arrivi» che peraltro, oltre ad essere prevedibili, non rappresentano grave pericolo perché l’energia dell’onda si dissolve durante il lungo percorso.