La lenza da imbobinare deve avere delle caratteristiche sostanzialmente diverse da quelle che deve possedere il nylon per il terminale. I monofili da bobina è preferibile siano abbastanza elastici, con un buon rapporto tra rigidità e morbidezza. Un filo troppo morbido e duttile risulterà più resistente al nodo e meno predisposto a creare parrucche, ma trasmetterà la ferrata con notevole ritardo. Di contro, un filo molto rigido consentirà una rapida ferrata, ma non sarà sufficientemente valido per essere imbobinato. La colorazione del filo in bobina non è importantissima, in quanto si presume che sia il terminale ad essere proposto all’attenzione dei pesci, nei casi invece in cui il terminale sia relativamente corto, come nel drifting, è opportuno orientarsi su colorazioni neutre o su fili dicroici anche per la bobina. Un’altra qualità che deve avere un filo da bobina è la durata. La lenza che viene avvolta nel mulinello deve avere una vita di almeno una stagione, si preferiscono quindi fili non deteriorabili e abbastanza resistenti all’abrasione, alla salsedine e alla luce solare. Molti ottimi monofili posseggono delle ottime caratteristiche meccaniche, ma non sono durevoli nel tempo. Comunque è sempre preferibile non esporre nessun filo per periodi troppo lunghi al sole.

Nel drifting la scelta del monofilo da avvolgere in bobina viene determinata prevalentemente da fattori di resistenza, durata nel tempo e, non ultimo, il prezzo. Da qualche anno è stato abbandonato il dacron per la sua rigidità, optando per i monofili di nylon differenziati dal carico di rottura, piuttosto che dal diametro. Da statistiche effettuate sia in Tirreno che in Adriatico, sembra non essere determinante il colore del monofilo in bobina. La colorazione diventa importante in alcune situazioni con acqua molto limpida, sulle lenze calate a profondità non superiore ai 15 metri. In questi casi il monofilo viene investito più direttamente dai raggi solari e potrebbe (il condizionale è d’obbligo), risultare più visibile al pesce. Monofili neutri, verde acquamarina o rosa possono dare risultati migliori rispetto a colorazioni fluorescenti. Le lenze calate più in profondità non subiscono l’investimento diretto dai raggi solari e quindi non è determinante il colore neutro. I monofili con colori accesi o fluorescenti, invece, si rivelano molto più funzionanti durante il combattimento. Lo skipper ha infatti la possibilità di vederli meglio e di assecondare l’angler.

Alcuni monofili, pur essendo visibili fuori dall’acqua, diventano invisibili al di sotto. Si tratta di monofili dicroici, che però sono molto più costosi. In molti casi, comunque, pescando i tonni giganti, l’invisibilità del filo non è determinante, diventa più una convinzione del pescatore che un fattore importante per l’allamata del pesce. Il monofilo da caricare in bobina viene identificato con il carico di rottura espresso in libbre, e tale parametro identifica il livello di difficoltà di una cattura. Gran parte dei monofili in commercio, se testati prima di essere usati in combattimento o semplicemente bagnati, non rispettano il carico dichiarato. Questo lo sanno bene i partecipanti alle gare federali, che regolarmente durante i preliminari, si vedono “bocciare” la maggior parte delle lenze imbobinate. In molte tecniche di pesca si usa eseguire un riempimento con dacron o altro nylon, prima di imbobinare il mulinello con la lenza che verrà usata in pesca. Nel drifting questo non è consigliabile, in quanto non di rado un tonno particolarmente energico potrebbe sbobinare il filo, fino quasi a scaricare tutta la bobina, e un nodo potrebbe essere fatale.

Al termine di ogni battuta di pesca è consigliabile sciacquare bene il filo con un panno bagnato d’acqua dolce e farlo asciugare all’ombra. È bene ricordare che il peggior nemico del nylon è il sole, che ne riduce notevolmente l’elasticità e il carico di rottura.