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Per i diportisti stagionali è giunto il momento di rimettere in moto la propria imbarcazione.

Ma prima di varare è necessario verificare che sia stata eseguita una serie di manutenzioni e controlli volta ad assicurarne il corretto funzionamento e la sicurezza. Ovvero a svolgerla personalmente.

I più previdenti, sulla base dell’esperienza riportata durante il periodo di utilizzo, avranno stilato al momento dell’alaggio una lista di lavori che, aggiunti alle manutenzioni previste per motori e componenti vari, dovrebbero formare un quadro abbastanza completo.
Per tutti gli altri, riassumiamo sinteticamente le varie voci che, al di fuori di tutte quelle tipiche, sono da affrontare prima del varo, poiché riguardano l’opera viva.

Sensore dell’angolo di barra

VERIFICA SISTEMI IDRAULICI E SENSORI

Bisogna prevedere la sostituzione del fluido di trasmissione (ogni 4/6 anni o quando nello stesso notiamo emulsione d’acqua, indicativa di problematiche) dei flap e degli altri meccanismi ad azionamento idraulico, con verifica delle tenute dei pistoni idraulici. Parimenti sono da ispezionare tubi e raccordi fuori scafo, anche di plancette a immersione (per le quali verifichiamo altresì se vi sono rotture sui cavi dei sensori di consenso elettrico immersi) o di altri sistemi idraulici (trim, timonerie esterne, scalette da bagno ecc.) e questi, soprattutto piegandoli, appaiono screpolati, sostituirli.

Gruppo poppiero con tubi

Successivamente azioniamo i comandi e portiamo in pressione il componente per una decina di secondi al fine corsa superiore e inferiore, verificando che non ci siano perdite o rotture sulle tubazioni o perdite dalle tenute in gomma dei pistoni mentre fuoriesce lo stelo al massimo sforzo.

Ad ogni modo, ogni tre anni cambiamo sempre tali tubi flessibili anche se apparentemente sembrano in buone condizioni. Ogni 4/5 anni sostituiamo le tenute dei pistoni di azionamento.

Stesso controllo deve essere effettuato anche all’ interno dello scafo, sul pistone comando timoneria, sulla pompa dell’autopilota, su eventuali pompe idrauliche di assistenza alla timoneria (sul motore) e all’ interno del cruscotto ove è situata la pompa idraulica rotativa del timone (da considerare che all’interno la durata di tubi e tenute è superiore non sussistendo l’effetto aggressivo da parte dell’acqua di mare e delle incrostazioni).

Con l’occasione esaminiamo e regoliamo anche l’angolo di barra e l’angolo flap o trim. Per far ciò poniamo i timoni perfettamente diritti rispetto all’asse di chiglia e verifichiamo sull’indicatore la posizione. Qualora l’indicatore non riporti correttamente il centro, agiamo sul sensore posto normalmente vicino al pistone timoneria con una barretta di collegamento dotata di filettatura che potremo allungare o accorciare fino a quando il dato sia corretto.

Presa a mare

Per i flap e i trim le procedure possono essere le stesse o differenti in base ai sistemi montati. In ogni caso verifichiamo che indichino lo “0” quando sono esattamente in linea con lo scafo semplicemente utilizzando uno spago mantenuto attaccato sotto la carena e tirato dietro: il flap non deve toccarlo. Per le imbarcazioni con sistemi di trasmissione di superficie la procedura è la stessa.

Relativamente ai gruppi poppieri o ai fuoribordo vi sono varie procedure che variano in base ai modelli, però sicuramente è necessario verificare i dati di allineamento che, qualora non corretti, risulta opportuno far verificare a terra, poiché spesso può essere necessario sostituite il sensore, operazione che per gli entrofuoribordo non è eseguibile a mare.

Giunto dell’ancora

VERIFICA CHIUSURA PRESE A MARE

Questa è la tipica verifica – fondamentale ai fini della sicurezza – che spesso viene rimandata.

Pertanto procediamo a verificare che tutte le prese si chiudano agevolmente azionando le leve dall’interno, assicurandoci che i passascafi non si muovano o presentino trafilamenti e che il metallo non sia deteriorato (caso tipico di metallo non più efficiente è quando presenta – qualora si tratti di bronzo o di ottone – un colore rossastro). Controlliamo che il collegamento all’impianto di massa (realizzato con un cavo o con una piattina) sia pulito assicurando un buon collegamento

elettrico, altrimenti smontiamo, puliamo e rimontiamo accorciando se possibile di qualche centimetro il cavo per migliorare il contatto. Nel contempo verifichiamo tutte le tubazioni e proviamo a stringere di un mezzo giro le fascette (che devono sempre essere doppie) per verificare che non siano corrose all’interno e che possano cedere.

Qualora una presa di mare non si chiuda, possiamo provare a sbloccarla procedendo nel seguente modo: smontiamo il tubo interno, chiudiamo la presa a mare dall’esterno con un tappo o, qualora non fosse possibile per la presenza di griglie o altro, con del nastro telato superadesivo e riempiamodall’interno il passascafo e la chiave con acido sciogli-calcare (facendo attenzione a noi stessi e all’ambiente) provando a muovere la stessa dopo aver fatto agire per qualche minuto il prodotto.

Possiamo riprovare anche con sboccante e/o gasolio. Successivamenteripetiamo le stesse operazioni lavando con molta acqua e spruzzando all’interno – a valvola chiusa e poi aperta – del silicone spray che lubrificherà e proteggerà la valvola. Qualora neanche tale procedura dovesse produrre lo sblocco, sostituiamo la valvola con una nuova sempre in bronzo marino di alta qualità o in acciaio inox Aisi 316 L (mai con valvole in ottone, tendenti a corrodersi in breve tempo).

VERIFICA SISTEMA ANCORAGGIO

Esaminiamo innanzi tutto l’ancora per essere sicuri che non ci siano crepe o distacchi di saldature o piegature, poi smontiamo il giunto di collegamento con la catena, verificandone l’efficienza e, in particolare, che l’anello di catena sul quale agisce non sia troppo ossidato o consumato.

In tal caso eliminiamo questo primo anello, tagliandolo, e rimontiamo lo snodo all’anello successivo. A questo proposito, è molto importante avvitare energicamente i componenti dello snodo assicurando la filettatura con del bloccante chimico medio, per evitare che lo stesso possa allentarsi. Con l’occasione, confrontando i dati reperibili sulle schede prodotto o sul web, è bene assicurarsi che le caratteristiche di resistenza a rottura dello snodo siano superiori rispetto a quelle della catena.

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