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Uno degli accessori che non mancano mai su un’imbarcazione è il verricello salpancora.
Indispensabile, comodo, irrinunciabile, viene molto spesso trascurato dimenticando che ha bisogno anch’esso di una minima manutenzione sia per conservarne l’efficienza sia per garantire la sicurezza. Relativamente a quest’ultimo aspetto, il salpancora può infatti presentare due criticità: la prima collegata alla parte meccanica e al fissaggio, la seconda relativa alla parte elettrica, che potrebbero bloccarci ormeggiati o provocare danni o incendi.

Tabella 0

Analizziamo due potenziali problematiche più comuni capendone il funzionamento e risolvendone alcune:

PROBLEMATICHE MECCANICHE

Flessioni coperta, rumori o vibrazioni anomale

FISSAGGIO

Il salpancora è soggetto a un grande sforzo dovuto al sollevamento dell’ancora ma ancor di più della catena il cui peso dipende dal fondale sotto l’imbarcazione. Infatti molte volte il peso dell’ancora è di gran lunga inferiore al peso della catena appesa. Se prendiamo ad esempio un’ancora per una imbarcazione di 10 metri di circa 15 kg con una catena da 8 mm vediamo che su di un fondale di 40 m la catena pesa 1,5 kg x 40 m = 60 kg circa e quindi il salpancora dovrà alare un peso di ben 75 Kg… se verifichiamo tale calcolo con imbarcazioni (e catene maggiori) comprendiamo lo sforzo cui è sottoposto il verricello e la coperta dell’imbarcazione e comprenderemo anche che salparla a mano è quasi impossibile. (ved. Tab. 0) Risulta sempre necessario periodicamente ispezionare col verricello in tiro se vi siano movimenti, flessioni o altro tra la coperta e lo stesso apparato. Qualora rilevassimo dei movimenti in funzionamento, per prevenire rotture, è necessario innanzi tutto:
ispezionare dall’ interno del gavone ancora, i dadi di fissaggio del salpancora e musone verificando se siano ben serrati;
controllare se, serrando i dadi, si dovesse comprimere la vtr (nel qual caso è probabile che eventuali rinforzi in legno interni si siano rovinati);
verificare se vi siano sottocoperta adeguate rondelle o contropiastre di rinforzo e nel caso manchino è necessario montarle o sostituire le rondelle esistenti con tipologie maggiorate o piastre.

Foto 2

Nel caso 2) la soluzione migliore è montare al di sotto della coperta e del verricello e/o del musone un profilato ad “L” inox (vedi foto 1 e 2) con le stesse forature dei perni del nostro verricello e del musone o di altri fissaggi superiori della parte che flette (facendo una dima con i fori, in cartone o compensato). Il tutto anche montando qualche ulteriore perno passante prima e dopo il verricello. In tal modo irrigidiremo la coperta e miglioreremo il funzionamento e la sicurezza del fissaggio.

Foto 3

MOVIMENTAZIONE INGRANAGGI

Il verricello è ovviamente dotato di una scatola con ingranaggi che lavorano a bagno di olio (Lubrificante di viscosità ISO 220 o secondo specifiche). Quello che molti dimenticano è che l’olio (da verificare periodicamente nel livello) comunque invecchia perdendo le sue caratteristiche tecniche. Dopo alcuni anni (5/8) diventa un liquido melmoso che ben poco aiuta gli ingranaggi i quali lavorando male possono facilmente cedere. Pertanto la soluzione è la sostituzione dell’olio (molto denso) ogni tre o quattro anni al massimo. Per la sostituzione è quasi sempre necessario smontare la scatola ingranaggi e ribaltarla per consentire la fuoruscita dal tappo laterale (vedi foto 3) a meno che non sia presente un tappo nella parte inferiore, che una vola smontato, consente la fuoriuscita del fluido e la verifica se nel fluido siano presenti residui ferrosi, indicativi di consumo di ingranaggio o altro.

Foto 4

PROBLEMATICHE ELETTRICHE

Il verricello o non salpa o non cala catena.

Proviamo ad effettuare una serie di verifiche iniziali esaminando se:
funziona o dalla plancia o dal comando di prua;
in uno dei due versi lavora, caso in cui è probabile che uno dei teleruttori o relativi pulsanti di comando si sia rotto. In tal caso, ed in presenza di due teleruttori, (identificabili da due connettori grandi -con cavi di grande sezione- foto 4) colleghiamo con un cacciavite tali due connettori grandi, facendo attenzione alle scintille, partenza motore e catena… e vediamo se parte, qualora funzionasse dobbiamo revisionare o sostituire il teleruttore difettoso;

Il salpancora sale molto lentamente:

Verifichiamo l’efficienza delle batterie attuando la salita con il parallelo inserito ed i motori in moto un poco accelerati, se funziona regolarmente il problema potrebbero essere le batterie;
Se dopo avere provato il punto I) non è cambiato nulla verifichiamo la pulizia ed il serraggio di tutti i collegamenti elettrici anche sui teleruttori smontandoli e spruzzando dello spray disossidante, e provando anche il collegamento del precedente punto 2);
Qualora si presenti ancora il problema dovremmo far revisionare il motore elettrico e/o verificare la sezione dei cavi;
Per verificare se cavi e collegamenti siano efficienti possiamo utilizzare un semplice tester. Collegandolo alle connessioni elettriche del motore ed azionando lo stesso dobbiamo leggere una caduta di tensione accettabile alla partenza (dovremmo misurare con un impianto a 12 volt non meno di 10,5/11 volt e con impianto a 24 volt non meno di 21/22 volt);

Il salpancora non dà segni di vita:
a. Verifichiamo le batterie, lo stacca batteria del salpancora, il magnetotermico sul quadro generale, il magnetotermico di protezione (abbastanza grande e posto generalmente nei pressi o della batteria o nel gavone ancora – vedi foto n. 5) e l’alimentazione del quadro comandi;
b. Verifichiamo i teleruttori come al punto 2);
c. Verifichiamo il motore elettrico e connessioni come al punto IV);

Foto 5

Relativamente alla sicurezza elettrica del salpancora dobbiamo ricordare che lo stesso è alimentato da cavi di grossa sezione (la potenza assorbita infatti è importante , ad esempio per un verricello da 1500 w a 12 v abbiamo un passaggio di 1500 w / 12 v = 125 A con spunti anche molto maggiori e quindi un cavo da almeno 50 mm2) e qualora per un problema ai comandi (ad esempio rimane premuto un interruttore sul cruscotto) lo stesso rimanga alimentato e bloccato (siamo in porto e l’ancora è già al suo posto bloccata ed il motore continua silenziosamente a tirare…) si incomincerebbero a riscaldare tali cavi provocando l’ azionamento delle protezioni. Purtroppo è capitato molte volte che tali cavi non avessero adeguate e ben funzionanti protezioni e si sono surriscaldati oltre l’ammissibile, provocando un innesco di incendio lungo tutta la linea dalle batterie al verricello con il conseguente sviluppo di incendi diffusi peraltro non facilmente estinguibili.

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