Nautica 711 Luglio 2021

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L’editoriale

LA MONTAGNA DISINCANTATA

Un dolce profilo collinare in mezzo al quale si stagliano i ripidi contorni di un vulcano. Non è un acquerello di Hiroshige, bensì il percorso di un diagramma che, ciclico, si ripete di anno in anno rappresentando in forma grafica l’andamento degli incidenti che, da gennaio a dicembre, occorrono nell’Italia diportistica. Per quanto fondato e comprensibile, l’errore da evitare è quello di considerarne l’andamento fisiologico, normale: due termini che costituiscono l’anticamera per l’inaccettabile definizione di “inevitabile”. Proprio per questo ne parlo adesso, cioè nel mese in cui le pendici di quel Fuji Yama si fanno evidenti, lasciandone intuire lo sviluppo fino alla classica vetta di agosto. Lo so, pure per un’imperdonabile scaramanzia, in questo periodo si vorrebbe sentir parlare soltanto di altro: di sole, di baiette incontaminate, di ripresa del mercato, di uscita definitiva dalla pandemia. Tutte cose strenuamente auspicabili, ovviamente, ma che hanno senso soltanto se fanno parte di un mondo nautico sano, abitato da diportisti prudenti, consapevoli, responsabili. Ed è proprio per dare un contributo in questa direzione che questa rivista concentra soprattutto in questi mesi clou gli articoli che, direttamente o indirettamente, trattano il tema della sicurezza. Non tutti lo fanno. Alcuni fanno addirittura il contrario. Qualche settimana fa, per esempio, mi è capitato di guardare un video promozionale nel quale un papà felice tiene in mano la barra del suo fuoribordo mentre i suoi bimbi, ancora più felici, si godono l’ebbrezza della velocità sull’acqua. Peccato che, in primo piano nell’inquadratura, si noti il lacciolo di sicurezza – quello che dovrebbe sempre essere indossato dal pilota – tutto avvolto a mo’ di guarnitura intorno alla barra, come una cosa inutile, fastidiosa, ingombrante. Un piccolo ma significativo monumento all’incoscienza: sia quella del papà alla guida del battello sia quella di chi ha diffuso quel video con un intento ben diverso da quello di stigmatizzare una mostruosa omissione.

disegno-montagna

Ma c’è una raccomandazione di prudenza più ampia e per certi versi più sottile che desidero rivolgere anche a chi le regole basilari le rispetta puntualmente: quando siete al comando, considerate una situazione possibile come se fosse probabile. Sempre. E non è una sfumatura. Cioè, se notate in lontananza i baffi di una barca che rapidamente si avvicina alla vostra, non pensiate accademicamente “è possibile che non ci abbia visto”; pensate piuttosto “è probabile che non ci abbia visto”. Scoprirete in questo modo che le vostre stesse reazioni saranno più rapide, nette, puntuali. Se poi noterete che dall’altra parte non solo vi hanno visto ma avranno anche la bontà di “allargarsi” e rallentare per non farvi ballare troppo con le loro onde di scia… meglio così. Sarà stato soltanto un bell’incontro tra diportisti per bene.

Corradino Corbò


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