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Riceviamo questa mail dalla famosa restauratrice Laura Morandotti e volentieri la pubblichiamo.

Ho avuto la fortuna di sbarcare in Sardegna intorno al 1966: amore a prima vista e bellezza a non finire. Ho lavorato sull’isola fino ai miei 25 anni, ma sono sempre tornata e, ogni volta, l’ho trovata sempre più aggredita dal cemento, cemento incurante di una bellezza irripetibile che la natura ha costruito in centinaia di migliaia di anni.

Ormai quello che è fatto è fatto. Ma adesso basta! Tutti super hotel costruiti con capitali certamente non sardi, che al massimo hanno arricchito qualche piccola impresa locale e dato lavoro stagionale agli abitanti del posto. E da metà settembre fino a quasi tutto giugno, questi mostri sono cattedrali per fantasmi: tutto chiuso.

Capo Ceraso è la punta che chiude a Sud il profondo Golfo di Olbia. Poco a Nord si trovano le Vecchie Saline, un ambiente che si è salvato: cale, calette intonse, flora e fauna, macchia mediterranea come le vidi più di 50 anni fa.
Una gran parte del Capo è stata acquistata da privati almeno 20 anni fa e, nel tempo, si sono susseguiti deliranti progetti per decine di migliaia di metri cubi per la costruzione di hotel di lusso: tutti bocciati. Ora, però, la località è a rischio: il nuovo piano casa fatto passare a fine luglio dal governatore Christian Solinas permette di avvicinarsi con le costruzioni a 150 metri dalla costa e il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, ha fatto approvare un piano per la realizzazione di 140.000 metri cubi da destinare a hotel di lusso, proprio su Capo Ceraso. Piscine, tennis, campo da golf sulla delicatissima duna che separa il mare dalle saline, club house e molto altro.

Tutto il progetto è fuori da ogni parametro, ma tant’è … con le ruspe distruggeranno una natura irripetibile che desidero testimoniare mandandovi una serie di fotografie. La beffa è che, nel progetto, propongono percorsi naturalistici.
A Roma, il Piano Casa è stato respinto, ma è ritornato agli uffici della Regione Sardegna con due o tre giorni di ritardo. Quindi, allo stato attuale, la Regione non ne prende nota.

Spero che i tanti amanti della Sardegna si uniscano a noi iscrivendosi al gruppo Facebook “Dalla parte di Capo Ceraso” e firmando per bloccare questo scempio. Il nostro desiderio è che questo paradiso diventi un’area protetta, sulla quale non si possa più posare neppure un mattone.
Laura Morandotti

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