Tenica di pesca alla traina

La pesca in off shore è da sempre una tra le discipline che più affascina il popolo dei pescatori dalla barca. L’idea di calare le esche artificiali in mezzo al mare e di cercare i pelagici del Mediterraneo ha sempre sedotto tutti gli amanti della traina.

abbocco

In genere s’inizia a parlare di traina d’altura quando si calano le esche a notevole distanza dalla costa. Nella maggior parte delle nostre coste, per iniziare a parlare d’altura dobbiamo raggiungere e oltrepassare la batimetrica dei 500 metri. Il concetto dell’altura si basa sulla ricerca errabonda di alcuni predatori, trainando in superficie esche artificiali a velocità sostenuta. Le aree da battere devono essere pianificate sulla carta nautica, cercando alcuni indizi che possono essere d’aiuto nell’intercettazione dei pesci. Grandi banchi profondi, batimetriche ravvicinate, secche, dislivelli importanti di fondale e tutte le anomalie che possono creare accelerazioni o differenze di corrente, possono essere un buon punto di partenza per pianificare le rotte dell’altura. Altri indizi molto importanti s’incontrano in mare: le mangianze sono l’indizio più clamoroso, ma anche le differenze di colore del mare – segno evidente di una corrente superficiale – o un solitario uccello che vola rasente all’acqua possono essere segni molto importanti. Da non sottovalutare anche i relitti galleggianti, vere e proprie oasi in alto mare, che servono da riparo e protezione per moltissimi pesci. L’altura va vissuta come un’avventura e infatti ogni uscita può diventare una esperienza indimenticabile.

Quale attrezzatura usare

Se escludiamo come prede i tonni di branco, che comunque possono sempre capitare anche sulle esche di superficie, le altre prede possono tranquillamente essere contrastate con attrezzature leggere, aumentando così la sportività e la spettacolarità del recupero. In linea di massima ci si può orientare su canne 12-20 / 20-30 libbre e mulinelli da 30 libbre, con nylon 0,50-0,60 in bobina (30-40 libbre). Al termine della lenza in bobina si lega il leader, composto da 6-7 metri di nylon da 0,70-0,80, al culmine del quale si fissa una girella con moschettone da almeno 100 libbre.

Nella traina d’altura di superficie ci si può veramente sbizzarrire nel campo delle esche, sia di produzione nostrana sia d’importazione. Il primo parametro che differenzia un’esca è la testa. La testa è l’elemento che conferisce le caratteristiche del nuoto e l’assetto, e a seconda del peso ne determina un minimo d’affondamento oppure no. Le teste possono essere in metallo, in plastica o in gomma.

preda

La prima considerazione da fare è relativa a ciò che vedono i pesci quando la barca gli passa sopra. Immaginandoci la sagoma della barca che sfila in superficie, seguita dalla scia schiumosa dei motori, osservata da sotto, possiamo pensare che i pesci la possano identificare come un grande banco di piccolo pesce che nuota veloce in superficie. C’è poi da considerare che il rumore dei motori possa essere collegato al facile pasto che un peschereccio distribuisce gratis durante l’azione di pulizia delle reti. Queste considerazioni portano al risultato che spesso, anzi spessissimo i pesci risalgono fino alla superficie nella schiuma prodotta dai motori, per vedere cosa succede. la scia oltre ad essere importante nella parte più schiumosa, lo è anche a discreta distanza dalla barca, sempre per il motivo che creando una patina di bolle sulla superficie, confonde i predatori che dal basso possono pensare a dei piccoli pesci in superficie. Detto questo si capisce quanto sia importante, nella distribuzione delle esche a poppa della barca, considerare la scia e fare in modo di avere sempre almeno un’esca che peschi a brevissima distanza da poppa, ovvero nella parte più turbolenta del rimescolamento provocato dalle eliche, ed un’altra fuori dalla scia completamente, ovvero dove termina la schiuma creata dai motori.

Il primo obiettivo da centrare nella lunghezza delle lenze nella traina d’altura, è quello di avere le esche in pesca a tutte le distanze da poppa. Questo va conciliato con una razionalizzazione tale da non farle intrigare tra loro durante le virate. Si considera ottimale una distribuzione che consenta virate della barca a 90° senza grovigli. Per ottenere questo si devono tener presenti alcuni piccoli accorgimenti, che poi diventano naturali con l’acquisizione della pratica. Il primo accorgimento è quello di calare le esche a coda di rondine, ovvero le esterne più lontane e le interne più vicine. Questo darà un primo margine di sicurezza. Secondariamente bisognerà fare molta attenzione che una qualsiasi esca possa passare sotto a quella più distante, senza entrare in contatto durante le virate. Per avere dei parametri sicuri e calare le esche velocemente in mare, è sempre preferibile segnare la lenza con piccoli segnalini realizzati con cotone cerato o altri materiali simili. Segnare la lenza significa avere una serie di segni a pari distanza ( 20, 40, 60 metri ecc.) in modo da sapere subito quanta lenza viene calata a mare.