Senza entrare nei complessi meandri tecnici della pesca ricreativa, tracciamo una panoramica di uno dei più affascinati modi di vivere il mare. Dall’inferno al paradiso? Beh, non esageriamo, perché se è vero che in agosto girare in barca è una sfida temeraria, non è che poi a settembre ti ritrovi in mezzo al mare solo e beato come fossi in mezzo all’oceano. Però è sicuramente meglio, anzi di più. Lo è per chi naviga per diporto, che incontrerà molto meno traffico lungocosta, porti più accessibili, possibilità di fare carburante senza contendersi le precedenze col coltello fra i denti, e via dicendo. Ma lo è soprattutto per gli appassionati di pesca che, oltre ai benefici di cui sopra, dopo le frustrazioni agostiane non troveranno più un sottocosta trafficato come la tangenziale, né barche che nonostante le tue disperate segnalazioni ti passano sulle lenze tranciandole senza pietà e facendoti perdere 40-50 euro di artificiali, né gli tsunami provocati dai megayacht che ti passano accanto senza ritegno facendoti ballare come un turacciolo e creando il caos nelle attrezzature del pozzetto.

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