Lo spostamento di una massa d’aria a causa principalmente di uno squilibrio barico è quel che viene comunemente detto «vento». La velocità con cui la massa d’aria si sposta naturalmente varia a seconda che lo squilibrio di pressione sia più o meno accentuato o, per dirla con linguaggio più tecnico, a seconda del valore del gradiente barico, inteso quest’ultimo come rapporto fra la differenza di pressione esistente fra due punti e la loro distanza. In genere il gradiente viene considerato fra isobare adiacenti, normalmente intervallate di 4 millibar (o 4 ectopascal). Con tale dato, misurabile su una cartina meteorologica per esempio ricevuta via fax, mediante un opportuno nomogramma è possibile determinare l’intensità del vento geostrofico, ossia la velocità della massa d’aria svincolata dall’attrito con il suolo. Sul mare sono sufficienti un centinaio di metri per avere già un dato geostrofico; di solito, peraltro, interessa conoscere il vento al suolo o nei suoi immediati pressi e allora in linea di massima (sempre sul mare) si può togliere circa il 30{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8}. Per esempio, avendo determinato una velocità di 20 nodi di vento geostrofico, si può dire che il vento al suolo sia di circa 14 nodi. Da un punto di vista di previsione e attendibilità del risultato, questo è sufficientemente indicativo e valido. Peraltro, volendo esaminare più da vicino il fenomeno dell’influenza del suolo sul vento, si può evidenziare la circostanza molto interessante per cui la velocità del vento scende rapidamente negli immediati strati presso il suolo. Ragioniamo sempre di mare, perché su terra intervengono numerosi altri fattori di attrito, per cui la determinazione della velocità e anche della direzione del vento su terra è quanto mai opinabile e in genere è legata alla morfologia locale. Sul mare invece si è in situazione quasi ideale dal punto di vista dell’attrito fra aria e acqua e fra strato e strato d’aria. È noto a tutti che, quando sulla spiaggia tira un venticello fresco, per evitare di rabbrividire ci si stende al suolo, col che il vento è pressoché annullato.
Ebbene, l’andamento della velocità del vento segue una regola abbastanza precisa . Per esempio si nota che una velocità di 20 nodi a 10 metri di quota si riduce a circa 15 a soli 2 metri, ossia ad altezza d’uomo.

La scala Beaufort, universalmente conosciuta perché dà la «forza» del vento – graduazione che si basa sulla velocità del vento stesso – dovrebbe quindi essere riveduta per tener conto della quota; in generale peraltro la forza Beaufort si riferisce a una quota di 10 metri.

È ovvio quindi che a quote superiori la velocità sia maggiore, arrivando a quel 30{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} in più del vento geostrofico. Tenendo infine presente la direzionalità del vento, come noto ogni mobile svincolato dalla Terra si muove ruotando verso destra nell’emisfero Nord e verso sinistra nell’emisfero Sud; pertanto, via via che si sale, l’effetto di attrito col suolo diminuisce e la massa d’aria, sempre più svincolata, si dirige sempre più a destra o più a sinistra a seconda dell’emisfero. Sul mare la differenza di direzione fra vento al suolo e geostrofico è di circa 15°-20°.