LA LUCE PRODOTTA DALLE STELLE

Lo scintillio delle stelle, che permette ai nostri occhi di notarle sullo sfondo del cielo notturno, è solo uno degli effetti dell’enorme quantità di energia che esse producono durante la loro vita. Ma da dove arriva tutta questa energia, e qual è il combustibile che esse impiegano?

All’atto della “nascita di una stella” (vedi brogliaccio del mese scorso) avviene contemporaneamente un altro fenomeno. I nuclei degli atomi di deuterio urtando contro i nuclei di idrogeno si fondono a formare isotopi di elio. Questo fenomeno fisico altro non è che la “fusione nucleare” in grado di produrre grandi quantità di luce ed energia. Si tratta di un processo paragonabile, in quanto ad energia prodotta, a quello della scissione nucleare (principio della bomba atomica) ma che avviene con impatto ambientale molto basso.

In sostanza, è un processo che, se e quando potrà essere riprodotto sotto controllo, potrà fornirci una quantità di energia illimitata; senza i rischi del processo della scissione che già conosciamo e che viene applicato nelle centrali nucleari.

Ma tornando a quanto avviene nella stella, dopo aver consumato tutti gli atomi di deuterio inizia a contrarsi e ad aumentare di temperatura. Questo cambiamento di temperatura consente di “bruciare” atomi via via più pesanti: litio, berillio, boro.

Nel frattempo la temperatura dell’astro continua ad aumentare fino a raggiungere il valore di circa 10 milioni di gradi centigradi. Questa soglia segna l’inizio dell’età matura della stella, in quanto essa ha già consumato gli atomi più leggeri ed inizia a bruciare gli atomi di idrogeno che rappresentano, in volume, la maggior riserva di combustibile nucleare di cui la stella disponga. La stella smette di contrarsi e la quantità di energia prodotta si bilancia con quella irradiata alla superficie. La durata dell’età matura di una stella dipende dalla quantità di idrogeno di cui essa dispone.