Curando la presente rubrica sin dal 1998, possiamo dire di aver visto in questi 26 anni passare tanta acqua davanti alle nostre prue. Mutamenti epocali nel mondo dello yachting, crisi, pandemie. È mutato il mercato, sono diverse le barche e sono nate nuove esigenze. Non possiamo non pensare che, in realtà, sono cambiate le persone.

I cambiamenti

L’utenza di oggi è certamente diversa, il cambio generazionale del diportista, di qualsiasi metratura, è innegabile. Probabilmente si sta creando una sempre maggiore spaccatura tra il mondo delle barche “normali”, in sofferenza, e il dorato emisfero dei superyacht, che invece sembra andare a gonfie vele. Svolgendo la mia professione in maniera quasi esclusiva all’interno di questo bel mondo di giocattoli, non posso non registrare – così come confermato da diversi altri professionisti quali broker, periti, designer e agenti marittimi – che sono cambiate appunto le persone e quindi anche il diportista.

Non essendo questa la sede per evidenziare il generale declassamento socioculturale della nuova utenza, di grandi e piccole barche, intendo piuttosto soffermarmi sulle professionalità e sulle nuove rotte che dovranno essere intraprese da questi operatori e specialisti del terzo millennio.

Così come chi vende barche si è dovuto adeguare a un mercato che passa inevitabilmente sul mondo di internet e dei suoi portali di vendita che ne consentono una visibilità globale, come del resto l’attività peritale che oggi si avvale di strumenti informatici estremamente sofisticati, anche la professione legale nel mondo dello yachting è profondamente cambiata.

Quando alla fine degli anni Novanta iniziai a curare questa rubrica, promuovendo tra i primi in Italia questa lussuosa branca del diritto marittimo, la Yachting Law, venni in alcuni casi anche deriso da colleghi che non riuscivano a intuirne i confini e anche i numeri. Oggi, invece, tale dicitura anglosassone è presente all’interno di numerosi siti internet di studi legali più o meno conosciuti. Probabilmente non mi sbagliavo. 

Il mercato legale

La mia, in realtà, non può essere che una constatazione estremamente positiva di un mercato legale che evidentemente è maturato verso un nuovo mondo, di certo prima non ancora classificato. Se da una parte la pandemia ha dato un’incredibile accelerazione allo svecchiamento della professione legale in generale, il processo telematico ha svuotato i tribunali, i clienti ormai di rado vengono fisicamente a studio perché la videoconferenza è semplicemente più pratica, i documenti si inviano via mail e possono anche essere firmati digitalmente. Tuttavia, in determinati casi, l’importanza della conoscenza de visu non può certo essere messa in discussione.

Per esempio, lo scorso mese di aprile, a Nizza, sono stato relatore a un convegno per un’associazione internazionale di yachting e, certamente, la presenza fisica di un legale in sala al quale rivolgere domande e percepirne il pensiero attraverso lo sguardo, ha avuto tutt’altra valenza. In queste settimane, mai come prima, sono in calendario convegni di yachting dove vi è quasi sempre anche un avvocato, che si parli di rinnovi delle concessioni demaniali per cantieri e porti turistici, di contratti di arruolamento, di yacht design, di nuove costruzioni, di charter o di problematiche fiscali legate sempre al mondo dello yachting.

Lo Yachting Law

Tutto questo dimostra che il comparto nautico – sì perché da qualche anno si usa anche questo termine di classificazione merceologica – se è in difficoltà nella fascia medio piccola dal punto di vista economico, non lo è certamente sotto il profilo intellettuale. Bene così. Tutto questo dimostra che quella particolare branca del diritto marittimo, Yachting Law, un tempo snobbata, oggi ha creato lavoro e vi sono al suo interno diverse sotto specializzazioni.

Tanti colleghi e colleghe oggi lavorano in questo mondo e ciascuno ha specifiche competenze in varie branche: dal diritto demaniale alla contrattualistica internazionale, così come in ambito giuslavoristico piuttosto che in ambito fiscale, materia a cui viene dedicata una guida a cadenza annuale a testimonianza della vivacità della materia. È quindi mio dovere mandare un messaggio ai giovani che desiderano intraprendere questa professione: si tratta di un lavoro nobilissimo ma che non può non passare per alcune irrinunciabili certezze, come una forte passione, una perfetta conoscenza della lingua inglese, la consapevolezza che non si può sapere tutto.

Pertanto, sarà necessario che ciascuno trovi una branca del diritto applicata allo yachting della quale dovrà essere molto appassionato per diventarne anche un profondo conoscitore. A queste condizioni mi sento di dover lanciare un messaggio positivo per le nuove generazioni, poiché se la professione è diventata molto difficile, altrettanto difficile sarà trovare un vero specialista e, perciò, sono certo che questa particolare preparazione sarà sempre premiata.