Colonie “di secondo grado”. Negli esseri più semplici dopo gli Spongiari, i Celenterati, la collettività delle cellule è integrata ben diversamente. Ormai nella vita marina sarà così: le cellule che costituiranno gli animali non saranno più così indipendenti e formeranno dei “tessuti”. Solamente nel processo più essenziale della loro esistenza, cioè la riproduzione, gli esseri ritroveranno una vita unicellulare: tutti nasciamo da una sola cellula che, attraverso le “raffinatezze” della sessualità, si formerà in seguito alla congiunzione di due cellule differenti. Così ad ogni generazione vi è un ritorno alla vita primordiale.”Celenterato”: il termine è formato da “Koilos”, cavità, e “enteron”, intestino; l’animale è essenzialmente un sacco intestinale. Un sacco per digerire e attorno all’apertura dei tentacoli per portarvi gli alimenti. Questo schema è sempre ravvisabile attraverso mille varianti, sia che l’animale sia libero o fissato, singolo o “coloniale”, molle o dotato di uno scheletro; sia che la cavità sia semplice o divisa da setti raggianti. Si trovano le più varie combinazioni di queste varianti. Un esempio di Celenterato libero, singolo, raggiante è la Medusa; di Celenterato fisso, senza scheletro, con cavità raggiante, l’Attinia; di Celenterato fisso che si ripete in una organizzazione coloniale, il Corallo. E si potrebbe continuare.

La combinazione più semplice, quella che rende meglio visibile il sacco tentacolare, è quella del “polipo”, termine formato da “poly” numeroso, e da “pous” piede, che indica la forma elementare di un calice prolungato da braccia attorno all’apertura. Ma al mare, che sostenta tutte le forme immaginabili di vita, non cela più di questi esseri, essenziali per la comprensione del regno animale. Solo l’acqua dolce ce ne dà un esempio, la famosa “idra”. Nel mare, i più semplici rappresentanti dei Celenterati esistono solo in forme coloniali: gli Idrari, una collettività di Idre.