Tralasciamo nel nostro esame i Crostacei inferiori, generalmente molto piccoli e facenti parte del plancton, eccetto gli straordinari Cirripedi. Forse credete di non conoscerli, ma li conoscono bene i vostri piedi se hanno camminato nudi su scogli battuti dalle onde, poiché le loro conchiglie a piramide tronca si fanno dolorosamente notare. Crostacei con conchiglie?… Avete il diritto di meravigliarvi: per lungo tempo i naturalisti hanno creduto che i Balani fossero dei Molluschi. Non oltre un secolo fa uno zoologo inglese dimostrò che la larva dei Balani era invece quella di un Crostaceo con gli attributi propri di una vita libera e persino con 3 occhi. Fissandosi con la testa a una roccia, essa secerne una conchiglia a piramide tronca che la protegge ma rimane aperta in alto e può venir chiusa da una sorta di valvola. Nel frattempo degenera, perde gli occhi e le zampe; più esattamente questi si trasformano in un soffice ciuffo piumoso che esce ed entra di continuo dal cratere per portare all’animale nella sua stessa casa cibo e ossigeno. Da ciò il nome di Cirripedi (cioè “dai piedi a forma di riccio”) dato a quest’ordine di Crostacei.Non abbandoniamo ora queste rocce poste sul limite delle onde senza osservare questo evidente caso di “convergenza”. Notate l’identità delle forme delle Patelle, dalle conchiglie a forma di “cappellino cinese”, e dei Balani le cui conchiglie sono a piramide tronca; per quanto riguarda il problema di vivere in questo particolare ambiente in cui l’animale deve aderire fortemente alle rocce per resistere ai colpi delle onde e deve contemporaneamente assicurarsi una provvista di umidità per le ore in cui resta allo scoperto, la miglior soluzione è proprio quella di una conchiglia piramidale. Ed è per questo che l’hanno adottata animali così diversi come certi Molluschi, da un lato, e certi Crostacei, dall’altro. L’esempio illustra chiaramente questo principio: quando degli organismi devono risolvere i medesimi problemi nel medesimo ambiente, presentano una “convergenza di forme”. Se i Balani si attaccano spesso non alle rocce ma alle conchiglie o al dorso di crostacei; se le Coronule, loro cugine, scelgono la pelle dei Cetacei, altri Cirripedi, come le Lepadi anatifere, si fissano invece a oggetti galleggianti. Al sommo di un lungo piede carnoso, il loro carapace fatto di placche ricorda un bocciolo di tulipano; tra le due valve si muove in avanti e all’indietro un elegante pennacchio. Questo pennacchio piumoso ha creato una leggenda: si credeva un tempo che le Lepadi anatifere fossero le uova da cui nascevano le anatre, sulle rive della Scozia! Alcuni Autori sono giunti a scrivere che si poteva sentire il grido del pulcino rinchiuso e hanno persino descritto, nei minuti particolari, la nascita dell’uccello! Da ciò il nome scientifico di “anatifera”, cioè “portatrice di anatre” (da “anas”, anatra e “ferre”, portare) dato alla Lepade.

La regressione e il decadimento di questi Cirripedi ciechi, immobili dopo la libera vita larvale, non è niente in confronto a quella di altre specie che, dopo numerose metamorfosi avvenute nell’acqua, decidono di vivere fissati ad altri Crostacei. Tra queste forme, le Sacculine, parassiti dei Granchi, sul cui ventre formano un tumore. Le antenne, mediante le quali la larva si fissa, portano un aculeo che perfora il carapace. E’ questo uno dei più sorprendenti meccanismi inventati dalla natura, una vera e propria siringa attraverso la quale il parassita si inietta esso stesso, facendo passare prima la testa pio tutta la sua sostanza entro il corpo del Granchio, lasciando fuori dal punto ove è avvenuta la puntura solo le ghiandole sessuali. La testa e il corpo si riducono a semplici radici che ramificandosi nel corpo dell’ospite lo fanno morire. Da ciò deriva il nome di questo sottordine zoologico: Rizocefali, cioè “testa a radice”. Crediamo bene segnalare che i granchi invasi dalle Sacculine sono assai frequenti, perciò quanti amano mangiarne pensino a questa spiacevole storia…

Pur appartenendo ai Crostacei detti “superiori”, gli Isopodi e gli Anfipodi ci sembrano piuttosto “inferiori”. Gli Isopodi hanno 7 paia di zampe uguali (il nome significa “dai piedi uguali”) e sono appiattiti ventralmente; tipico di questo gruppo è l’Onisco o porcellino di terra, il solo Crostaceo terrestre. Noi non ne parleremmo se non vedessimo brulicare sulle scogliere semisommerse, soprattutto nel Mediterraneo, degli animaletti che scambiamo per minuscoli insetti e che invece sono delle Ligie cioè degli isopodi anfibi. Coloro che pescano pesci o gamberi hanno certamente osservato delle escrescenze sulla pelle dei pesci o dei tumori grigiastri sotto il carapace trasparente dei gamberi. Sono degli Isopodi degenerati in seguito alla loro vita di parassiti. Gli Anfipodi sono invece compressi lateralmente. Sulla spiaggia, tra le alghe marcescenti, un colpo di tallone fa saltare fuori numerose “pulci di mare”. O meglio dei Talitri, Crostacei anfipodi e anfibi. Al medesimo ordine appartengono anche le Caprelle che vivono sulle coste oceaniche, tra le alghe cui assomigliano coi corpi filiformi come steli, con le zampe espanse come foglie, con le antenne esili come rametti. Gettate un pugno di alghe in un acquario e se avete vista acuta potrete vederne che si arrampicano tra le alghe contorcendosi goffamente con le loro pinze piuttosto sviluppate. I loro cugini Corofidi, il cui primo paio di zampe rivolte in avanti misura quanto il resto del corpo, pullulano talvolta nella fanghiglia delle spiagge oceaniche. Questi crostacei si riuniscono numerosi per attaccare e divorare un verme che a loro confronto è enorme. Negli allevamenti di ostriche rendono preziosi servigi incaricandosi di rimuovere e livellare il fango che senza di essi dovrebbe essere lavorato con appositi arnesi. Ecco un’ennesima sorpresa dall’inesauribile mare, la Fronima, un altro Anfipode. La sua testa è così grossa che l’obbliga a nuotare a testa all’ingiù con un’andatura assai goffa. Ma poiché sogna grandi viaggi, trova il modo di farsi trasportare. E così vede paesi e paesi su una vettura di vetro: s’introduce nel corpo di una Salpa, un animale gelatinoso a forma di bariletto, ne divora il contenuto quindi, attaccandosi con le chele alle pareti e agitando le zampe per creare una corrente che le permetta di muoversi per propulsione, incomincia il viaggio nella sua efficiente botticella.