
Se ora consideriamo l’alimentazione, comprendiamo che l’evoluzione agisce nello stesso senso accrescendo l’indipendenza. Gli esseri erranti non possono aspettarsi il cibo che dalla probabilità di incontrarne; lo stesso accade per quelli fissati alla roccia, che però sono avvantaggiati, almeno in una certa misura, dall’avere scelto una zona favorevole – per esempio, il Balano che abbisogna di molto ossigeno si fissa sulle rocce battute dalle onde. Al contrario, gli esseri mobili partono alla caccia; e, ad eccezione dei Cefalopodi, quali esseri marini sono così mobili quanto i Pesci? Parallelamente, quella particolare nutrizione che è la respirazione ha continuato a perfezionarsi, man mano che l’organismo evolveva verso la complessità . Un Protozoo può ricevere ossigeno semplicemente per osmosi, attraverso la membrana della cellula. Una Spugna crea delle correnti che bagnano ogni parte del suo corpo. I Celenterati perfezionano l’organizzazione di queste correnti, specializzano le cellule, sviluppano dei tentacoli che hanno anche la funzione di aumentare la superficie degli scambi. A partire dai Vermi, le cellule specializzate nella funzione dell’ossigenazione si raggruppano a formare branchie.
Ma allora è necessario che l’ossigeno venga trasportato agli altri tessuti del corpo. Da ciò proviene la meravigliosa soluzione del sangue, che già s’abbozza negli Echinodermi con una filtrazione dell’acqua marina; da ciò la necessità di un sistema circolatorio, di un cuore. Sistemi che si sviluppano appunto nei Pesci. L’animale cioè è bagnato da un ambiente interno che lo controlla e che gli è più favorevole dell’ambiente esterno che non dipende da lui. Anche i sensi hanno una funzione eminente nell’organizzazione “anti-rischio”; se l’organismo è avvertito del pericolo, potrà tentare di proteggersi o di fuggirlo. E pensiamo non sia necessario far notare come i sensi abbiano continuato a svilupparsi dai Protozoi ai Pesci. Le facoltà psichiche procedono nel medesimo senso: l’intelligenza è la previsione di ciò che sta per accadere. Lo sviluppo del sistema nervoso centrale favorisce dunque la lotta per la vita. Il controllo della stabilità dell’ambiente interno, l’affinamento dei sensi per scoprire le modificazioni dell’ambiente esterno, lo sviluppo dello psichismo per interpretarlo, tutto ciò si svilupperà maggiormente nella vita terrestre; ma dalle prime tappe dell’evoluzione, cioè dal mare, già si vedono delinearsi i gradi della gerarchia animale. E’ perciò giusto dire che un Tonno che percorre migliaia e migliaia di chilometri, imponendosi alle correnti e alle sue prede, è “superiore” a un coccolitoforide. Il grande fisiologo Claude Bernard ha scritto questa frase capitale: “La stabilità dell’ambiente interno è condizione essenziale per la vita libera”. L’ambiente interno, chiuso e vivente, del Pesce, con la sua stabilità gli assicura una grande libertà e gli permette di non dipendere dal caso, dal rischio. E in questo risiede la “superiorità ”. Tuttavia i Pesci non hanno acquisito la completa indipendenza propria degli animali più evoluti; come pure nel caso degli Anfibi e dei Rettili la cui temperatura interna non è costante ma dipende ancora da quella dell’ambiente esterno. Al massimo gli organismi più grossi si trovano da 3 a 5 decimi di grado sotto la temperatura ambientale; fanno eccezione i Tonni con 5 o 10 gradi in meno. I Pesci restano dunque schiavi della temperatura e si comprende allora perché alcuni sono obbligati a migrare secondo le stagioni. Ma quest’obbligo è meno pesante per gli esseri marini che per quelli terrestri – non parliamo di quelli aerei – poiché l’oceano non presenta ostacoli, nemmeno su lunghi spostamenti.