IL COLORE DELLE STELLE

Nello scorso numero del Brogliaccio abbiamo visto come l’uso di un normale binocolo nautico, possa ampliare anche di molto il numero delle stelle osservabili in una notte serena. Ma ciò non è tutto. Tramite il binocolo è anche possibile iniziare a distinguere i colori delle stelle, che a occhio nudo appaiono in sostanza tutte bianche, più o meno scintillanti, anche se il loro colore può variare dal quasi bianco al rosso cupo.

Il colore di una stella dipende dalla sua temperatura superficiale, secondo la seguente tabella indicativa:

bianco giallino 6000 gradi
giallo arancio 5000 gradi
rossa 4000 gradi
rosso cupo inferiore a 4000 gradi

In realtà esistono anche stelle che hanno una temperatura superficiale ancora inferiore ed emettono luce nell’infrarosso, che il nostro occhio non riesce a percepire.

Può capitare di avere l’impressione di osservare anche stelle di colore verde, ma si tratta solo di un’illusione ottica, che avviene quando si passa velocemente dall’osservazione di una sorgente luminosa rossa a un’altra bianca. È sufficiente solo qualche istante, però, per rendersi conto dell’illusione ottica.

La differente temperatura superficiale delle stelle non è dovuta alle diverse caratteristiche, bensì alla loro “età” e massa: una stella bianca si trova in quella che si può definire come età matura; una stella gialla rossiccia è quasi sicuramente verso la fine della sua vita. Capella e Arturo – due delle stelle di prima grandezza, chiaramente visibili nelle notti di questo mese – possono definirsi “vecchie”.

Attenzione però a fare confusione con i termini: nuova, vecchia e così via sono aggettivi che devono essere messi in relazione non al nostro tempo, ma a quello delle stelle, per le quali un secolo è un’entità temporale talmente piccola, da non poter neanche essere presa in considerazione!