IL CIELO DI DICEMBRE

Dicembre è il mese delle Geminidi
Queste belle stelle cadenti devono il loro nome all’apparente provenienza da un punto celeste ubicato nella costellazione zodiacale dei Gemelli. Le Geminidi cadono copiose nelle notti a cavallo di quella di Santa Lucia. Per la precisione, il massimo (ZHR = 120) è atteso per le 05:10 UT del secondo lunedì del mese, sicché la notte fra domenica 13 e lunedì 14 si preannuncia come la migliore, anche in relazione all’assenza del disturbo arrecato dal chiaro di Luna. In ogni caso, pure la notte precedente e quella seguente ci offrono due ghiotte opportunità. Le osservazioni degli ultimi anni hanno evidenziato come la fase di massima attività abbia sempre rispettato le previsioni, con uno scarto piuttosto contenuto. Le Geminidi, dal comportamento molto regolare, hanno una velocità più bassa di quella delle Leonidi, di cui ci siamo occupati nell’ultimo numero. Questo, a parità di condizioni, si traduce in un minor potere ionizzante.

La carta d’identità delle Geminidi
Periodo di attività: da lunedì 7 a giovedì 17
Massimo: lunedì 14 (05:10 UT), ZHR = 120
Coordinate celesti (A.R. e dec.) del radiante: A.R. = 112°; dec. = +33°
Velocità: 35 km/s

Un’occhiata alle Ursidi
Dopo le Geminidi, è la volta delle Ursidi, così chiamate a causa dell’apparente provenienza dalla costellazione dell’Orsa Minore. Alle nostre latitudini, il radiante delle Ursidi è circumpolare, sicché non tramonta mai. A differenza delle Geminidi, che sono piuttosto costanti, le Ursidi hanno un comportamento altalenante. Un certo spettacolo fu offerto nel 1945 e nel 1986. In tempi più recenti, sono stati osservati degli altri incrementi di attività (negli anni 1988, 1994, 2000, 2006 e 2007).

La carta d’identità delle Ursidi
Periodo di attività: da giovedì 17 a sabato 26
Massimo: martedì 22 (13:30 UT), ZHR variabile
Coordinate celesti (A.R. e dec.) del radiante: A.R. = 217°; dec. = +76°
Velocità: 33 km/s

Il 2009 astronomico in pillole
L’anno che volge al termine ci ha riservato parecchie sorprese, prima fra tutte il presunto impatto tra Giove e un non meglio precisato corpo celeste, con ogni probabilità un asteroide o un astro chiomato. Domenica 19 luglio 2009, Anthony Wesley, un astrofilo australiano, scorse una macchia scura, distintamente visibile nell’atmosfera di Giove, il gigante gassoso del Sistema Solare. La sua osservazione fu subito confermata da diversi astronomi. Sebbene nel visibile apparisse piuttosto scura, questa macchia era incredibilmente brillante nell’infrarosso, segno che qualche evento di una certa importanza si era verificato nell’atmosfera del pianeta. L’energia liberata deve essere stata realmente ingente, considerate le dimensioni della grossa cicatrice prodotta sul disco del pianeta, ben più vasta dell’Oceano Pacifico.

Mauro Vittorio Zanotta
Purtroppo, il 2009 verrà ricordato anche come l’anno della tragica scomparsa, a soli quarantasei anni, dell’ultimo astrofilo italiano ad aver scoperto una cometa, la C/1991 Y1 Zanotta-Brewington. Proprio in virtù del suo impegno come cacciatore di astri chiomati, nel 2000, a Mauro Vittorio Zanotta fu intitolato l’asteroide 1998 OK, scoperto da Andrea Boattini e Maura Tombelli qualche anno prima.

Blue Moon
In genere, in un anno ci sono dodici pleniluni, vale a dire uno al mese. Però, poiché la durata di una lunazione è inferiore a quella media di un mese, capita che, ogni due o tre anni, ci sia una Luna piena in più: tredici al posto di dodici. Quella in più prende il nome di “blue Moon”. Resta da chiedersi quale, fra le tredici, debba essere considerata in eccesso. A questo proposito, ci sono differenti definizioni e interpretazioni. Una molto comune, anche se non del tutto corretta, è quella secondo la quale a prendere il nome di “blue Moon” sarebbe la seconda Luna piena del mese. In base a questa definizione, dunque, è possibile associare tale nome al plenilunio che si verifica giovedì 31.

San Silvestro con l’eclisse
Il 2009 si chiude con un’eclisse parziale di Luna, che ha luogo l’ultimo giorno dell’anno, prima della mezzanotte (la fase centrale si verifica alle 19:23 UT). Il fenomeno è ben visibile dall’Europa, ma la porzione del disco lunare che s’immerge nel cono d’ombra terrestre è davvero molto piccola (magnitudine = 0.082). Ciò rende il fenomeno (che, comunque, non è disprezzabile) poco spettacolare.