TELESCOPI VOLANTI

E ormai una pratica comune installare telescopi su navicelle spaziali o satelliti per ridurre l’effetto schermante dell’atmosfera, ma questa pratica ha il difetto di essere estremamente costosa, di richiedere l’organizzazione di progetti basati su lunghi tempi e quindi poco flessibili, e soprattutto di non consentire il riutilizzo dell’apparecchiatura inviata in orbita.

Per ovviare a questo problema è stata messa a punto una tecnica che consente di inviare in quota i telescopi “appesi” sotto grandi palloni aerostatici gestiti dalla “Columbia Scientific ballon facility”. Il pallone che viene lanciato, tracciato e recuperato a Fort Sunner nel Nuovo Messico nel sud degli Stati Uniti ha un diametro di oltre 150 metri e porta il carico appeso alla fine di un cavo lungo oltre 300 metri.

Con questa tecnica, che ha consentito di ridurre i costi di sperimentazione da oltre 100 milioni di dollari a poco più di un solo milione di dollari, è stato collaudato l’ultimo modello di telescopio “HERO” la cui ottica è composta non dal tradizionale specchio leggermente concavo, ma da un fascio di tubi di vetro speciale e di diversa sezione montati a strati come una cipolla.

Questa tecnica costruttiva consente di catturare i raggi X ad alta energia che passerebbero attraverso un normale specchio. Ogni strato di specchio incurva leggermente il tragitto dei raggi fino a concentrarli al centro del fascio, dove i sensori elettronici li catturano e li trasformano in segnali digitali e quindi in immagini.

La destinazione finale di questo nuovo modello di telescopio e l’Australia, da dove il telescopio sarà destinato a osservare il centro della nostra galassia e a catturare nuove e inedite immagini che contribuiranno a migliorare la conoscenza dell’universo.