LA TERRA: NASCITA ED EVOLUZIONE / 2

Nello scorso numero abbiamo introdotto i primi passi della teoria dell’accrescimento, e avevamo interrotto nel momento in cui si sono formati i primi pianetini in seguito all’apporto continuo di materiale proveniente dal cosmo. Il numero totale dei pianetini e dei meteoriti diminuiva man mano che essi aumentavano di dimensioni, diminuendo anche il numero delle collisioni tra questi meteoriti, diminuiva il fattore che provoca l’accrescimento, aumentando il tempo necessario per la formazione di un pianeta di grandi dimensioni.

Secondo alcuni calcoli potevano passare anche centomilioni di anni tra la formazione di un corpo avente il diametro di dieci chilometri e un corpo delle dimensioni della terra.

Questa teoria ha avuto delle influenze decisive anche sulla struttura interna della terra e quindi sulle sue caratteristiche specifiche. I grandi corpi urtando il nostro pianeta provocavano al suo interno la formazione di un’enorme quantità di calore che generava l’oceano di magma da cui hanno avuto origine le eruzioni vulcaniche.

In quello stadio nessuna forma di vita sarebbe stata possibile, infatti la temperatura superficiale era altissima e dovuta alla somma del calore interno e di quello provocato dal continuo impatto con altri pianetini, alcuni dei quali di dimensioni della Luna o addirittura di Marte.

Un ulteriore aiuto nello studio dell’evoluzione della terra è stato ottenuto dalla possibilità di datare le rocce sulla base degli isotopi. La possibilità di conoscere l’età dei diversi tipi di rocce consente un’indagine estremamente accurata, grazie alla quale si è riusciti a stabilire i momenti nei quali si sono formati i diversi elementi costitutivi del nostro pianeta; ovvero subito dopo la sua formazione per accrescimento con polvere cosmica e meteoriti: nucleo e mantello si formarono circa 4,4 miliardi di anni fa, la crosta terrestre si formò solo qualche tempo dopo.