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A Porto Ercole, nell’Argentario, la mattina del 25 agosto scorso si presenta particolarmente fresca e asciutta, con una temperatura di 18 gradi, un vento di direzione variabile intorno ai 3 nodi, la visibilità buona, il cielo sereno e il mare sostanzialmente calmo. Per i quattro amici che hanno noleggiato un cruiser flybridge di 22 metri, di costruzione italiana e battente bandiera tedesca, significa la prospettiva di una gradevole navigazione di circa 138 miglia fino a Ventotene, la più meridionale delle isole Ponziane, coccolati dalle tre persone di equipaggio, tutte di nazionalità italiana: il comandante, un marinaio e una hostess. Varata nel 1998, la barca è fresca del restauro che, oltre a interessare tutti gli impianti, ha riportato a nuovo gli eleganti interni disegnati da Zuccon International Project: in particolare le quattro eleganti cabine delle quali gli amici occupano soltanto l’armatoriale e la vip. Insomma, una crociera in piena comodità.
Poiché il programma della giornata prevede di arrivare a destinazione con il sole ancora alto, il comandante consiglia di partire non oltre mezzogiorno. Detto fatto.

guardia costiera

Ore 12:00. Messa in moto dei due motori MTU da 1.150 HP e preparativi per la manovra di uscita.
Ore 12:30. Lo yacht è fuori del porto e il comandante, che governa dal fly, mette prua per 133: sul plotter è un’unica linea che doppia in sequenza Capo Linaro, Capo d’Anzio, Capo Circeo e, infine, Punta Eolo di Ventotene, dopo la quale ci sarà un’accostata a dritta per entrare in porto. Temperature ok, pressioni ok, le manette dei motori vengono spinte in avanti e lo yacht raggiunge rapidamente 22 nodi: la velocità di crociera che, si prevede, lo porterà a destinazione intorno alle ore 18.
Ore 12:50. In rotta, 7 miglia al traverso di Punta Murella, mentre i passeggeri cominciano ad assaporare il piacere della navigazione, il comandante si guarda intorno per controllare il traffico. Verso poppa, a sinistra, nota una scia di fumo nero. Non sembra essere dovuta agli iniettori sporchi. Mette in folle, spegne entrambi i motori e, con il walkie-talkie interno, allerta il marinaio che è sul ponte inferiore. I due si incontrano nel pozzetto, nei pressi del portellone della sala macchine. Lo aprono con estrema cautela e vengono subito investiti da una nube di fumo denso. Attraverso di esso scorgono fiamme sul lato sinistro. Il comandante chiude le valvole di intercettazione del carburante, prende un estintore a polvere da 2 kg e dirige il getto verso l’incendio. Tutto inutile. La situazione peggiora rapidamente.

emergenza

Ore 12:55. Mentre i quattro passeggeri vengono accompagnati a prua dalla hostess, il comandante e il marinaio salgono sul fly per lanciare in mare le due zattere autogonfiabili che, dopo alcuni secondi, si aprono regolarmente restando collegate al motoryacht.
Ore 13:04. Il comandante lancia il mayday tramite il numero 1530 della Guardia Costiera e immediatamente ordina l’abbandono nave: gli ospiti e la hostess prendono posto su una zattera aiutati dal comandante e dal marinaio, che subito dopo sbarcano sulla seconda zattera.
Ore 13:25. Una barca vela francese si avvicina e assicura le due zattere alla sua poppa.
Ore 13:45. Si avvicina un natante a motore che prende a bordo i cinque della prima zattera.
Ore 13:55. Giunge sul posto il battello pneumatico L25 della Guardia Costiera di Montalto di Castro, che prende a bordo il comandante e il marinaio. Seguono le unità CP 305 e 284.
Ore 14.25. Giunge il mezzo antincendio dei Vigili del Fuoco VF 1086 che inizia subito le operazioni di spegnimento.
14.40. Lima 25 lascia la zona e dirige per Montalto con i due naufraghi, seguito dal natante privato con gli altri cinque. Circa 25 minuti più tardi, lo sbarco. Tutti sono in buone condizioni di salute.
16:09. L’incendio è domato da Vigili del Fuoco, ma il motoryacht affonda in posizione 42° 12.080 N – 011° 29.927 E.

RIFLESSIONI

► Colpisce il fatto che il comandante dell’unità si sia accorto dell’incendio per la semplice emissione di fumo – senza poter specificare se dagli scarichi o dalle prese d’aria – e non per l’entrata in funzione di un allarme temperatura e/o fumo che risulterebbero assenti.
► Le possibili cause di innesco sono diverse, a partire dall’ipotetica rottura di una tubazione del carburante con trafilaggio di nafta su una turbina e la sua conseguente ignizione.
► Il fatto che il comandante abbia tentato di domare l’incendio utilizzando un estintore manuale dimostra che il sistema fisso non ha funzionato.
► Purtroppo, ancora una volta, si nota quanto sia difficile se non impossibile domare l’incendio della vetroresina, a prescindere dall’innesco.
► È sempre assolutamente consigliabile l’installazione di una o due telecamere in sala macchine e negli altri punti critici, poiché l’occhio può rilevare un’anomalia assai prima di un qualsiasi sensore.

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