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Sabato 17 luglio 2021 si presenta certamente come una bella giornata, agli occhi di chi intende fare una passeggiata tra i vicoli e il lungomare dell’incantevole Marzamemi. Il caldo dei giorni passati è mitigato da un bel vento da Ponente che interessa quasi tutta la Sicilia Sud Orientale e il cielo è sostanzialmente terso. Molto più prudente è la valutazione di chi pensa di uscire con la barca, tenuto conto che al largo, al di fuori del ridosso procurato dalla costa, il mare “fa schiuma”. Insomma è parecchio mosso.

Tre amici velisti decidono comunque di salpare con il loro sloop di circa otto metri alla volta di Pozzallo, sulla costa meridionale: una rotta “spezzata” di circa 21 miglia, composta da un primo segmento di circa 3 miglia per 145 gradi fino a Capo Passero, un doppio tratto di circa 5 miglia tra i 222 e i 240 gradi per scapolare la minuscola Isola delle Correnti, infine 13 miglia per 292 fino a destinazione. Quanto al tempo stimato d’arrivo, bisognerà vedere che cosa si trova fuori, per capire se sarà un trasferimento alquanto noioso a motore oppure un’entusiasmante veleggiata, oppure ancora un gradevole mix di entrambe le cose.

Ore 10:30. Lo sloop lascia i pontili galleggianti di Marina di Marzamemi spinto dal suo Diesel ausiliario. Appena fuori, lo skipper aumenta leggermente la rotta per restare sotto costa, dove c’è meno onda, apre la randa terzarolata e dà un po’ di fiocco, mure a dritta. In quelle condizioni, 5 nodi sono una discreta velocità.
Ore 11:40. Poco dopo aver doppiato Capo Passero, lo skipper accosta di circa 90 gradi a dritta. Vento e mare vengono ora quasi di prua e lo scafo incomincia a soffrire. Di tirare bordi di bolina neanche a parlarne. Meglio accendere il motore e fare meno strada possibile. Seppure molto scomodamente, tutto procede senza troppi problemi fin quasi all’Isola delle Correnti, superata la quale scompare quasi d’incanto qualsiasi forma di ridosso. Il vento di Ovest-Sud-Ovest soffia ora su un fetch di oltre 200 miglia, in pratica, dalla costa tunisina fino alla Sicilia senza incontrare ostacoli. È un forza 7 pieno, in aumento, e il moto ondoso cresce di conseguenza.
Ore 13:50. Maltrattato dai marosi e reso ancor più ballerino dal fatto di essere completamente a secco di vele, lo sloop è più o meno al traverso di Punta Cirica e a circa un miglio dall’Isola dei Porri. È ai limiti di una zona resa critica dai bassifondali e dagli scogli a fior d’acqua. E il vento soffia proprio in quella direzione. Mentre questi pensieri aleggiano inconfessati nella mente dei tre, succede ciò che tutti temevano: il motore si spegne.

Il percorso compiuto dallo sloop e il punto dell’incidente nell’immagine di Google Earth.

Ore 13:59. Dopo inutili tentativi di rimessa in moto, con la barca che scarroccia verso la costa, lo skipper non perde altro tempo e prende in mano il microfono del vhf, già sintonizzato sul canale 16. Il suo non è un vero e proprio Mayday formale, ma chiunque, dalla concitazione della sua voce, coglierebbe la gravità della situazione. “Siamo con il motore in avaria, circa un miglio a Est dell’Isola dei Porri e non possiamo governare. Abbiamo bisogno di aiuto”.
Ore 14.00. Il messaggio viene ricevuto – forte e chiaro – dalla Capitaneria di Porto di Pozzallo che, chieste le informazioni di prammatica, attiva immediatamente l’equipaggio della motovedetta CP 325, un rib di 19 metri con lo scafo in lega leggera, motorizzato con due Man da 1.100 HP.
Ore 14:05. L’unità di soccorso è in manovra per uscire.
Ore 14:25. Con l’intento di esercitare un’azione tranquillizzante, la Guardia Costiera contatta lo sloop comunicando che la motovedetta è già in rotta. Lo skipper della barca a vela non riesce a nascondere la sua profonda preoccupazione ed esorta a far presto poiché la barca è completamente fuori controllo e il vento sembra rinforzare ulteriormente, spingendo verso le secche di Circe.
Ore 14:40. La CP 325 scorge tra un’onda e l’altra la barca a vela, in posizione 36° 41.34 N – 014° 57’E.
Ore 14:45. L’equipaggio SAR affianca con la massima prudenza il veliero che, per quanto con il motore in avaria, appare comunque in perfetto galleggiamento. Si decide perciò di rimorchiarlo lasciando a bordo i suoi occupanti, essendo certamente molto pericoloso qualsiasi tentativo di trasbordarli. Viene presto allestito il sistema di traino e, alla velocità di 4,5 nodi, il convoglio muove alla volta di Pozzallo.
Ore 16:00. La CP 325 entra in porto e consegna il natante agli ormeggiatori, già in allerta.
Ore 16:15. Lo sloop è ormeggiato ai pontili galleggianti della Ocean Plastic. I suoi tre occupanti sono provati ma in ottime condizioni di salute.

RIFLESSIONI

► È lecito sospettare che lo skipper abbia sottovalutato le condizioni meteorologiche e la loro possibile evoluzione.
► Come in altre occasioni analoghe, non essendoci traccia di guasti o rotture all’attrezzatura velica, viene da chiedersi che cosa esattamente ne abbia impedito l’uso – con tutte le opportune riduzioni – per proseguire la navigazione.
► Per il rimescolamento del carburante e dei detriti nei serbatoi, il mare mosso può sempre provocare problemi al sistema di alimentazione del motore.

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