Nautimondo Il Futuro di Pardo Yachts, strategie e progetti Fabio Planamente a tutto campo. Dall’acquisizione di VanDutch alla possibilità di nuovi investitori. Radiografia di un successo forse inatteso... di Nico Caponetto il 1 Lug 2020 Continua a leggere
Normativa Nautica italiana - Guida al diportista Emergenza sanitaria: porti turistici, ecco le norme per il transito Cartelli informativi, comunicazioni telematiche, limitazioni e nuove norme di galateo. Ecco l’accoglienza nei marina al tempo del Covid, quando aiutare all’ormeggio è sconsigliato. La stagione delle crociere estive è ormai iniziata e fra poche settimane entrerà nella sua fase calda. Quanto questa emergenza sanitaria potrà condizionare il numero di presenze nei porti turistici è ancora da vedere. Quello che è certo, è che le norme per limitare i contagi hanno modificato le consuetudini e le regole di accesso sia per le imbarcazioni residenti sia, soprattutto, per quelle in transito. Oltre ai comportamenti generali validi ovunque, sul distanziamento e i dispositivi da adottare, nel caso dei porti i due elementi che prevalgono sono quelli dell’informazione e dell’uso del web. Per la verità, chi al ministero dei Trasporti ha elaborato le linee guida per “il trasporto nautico e la balneazione”, sul capitolo “Porti turistici e Marina” non si è speso molto, avendodedicato ad esse sei righe contro, ad esempio, le sei pagine riservate alle attività dei diving. Ci hanno pensato quindi le associazioni a elaborare delle linee guida molto più articolate. Settantasei pagine quelle diffuse da Assonat, l’Associazione nazionale approdi e porti turistici, sei quelle diffuse da Assomarinas e che riprendono l’elaborato di Icomia, l’International Council of Marine Industry Associations. La sostanza è identica: si tratta di raccomandazioni, quindi non di leggi, che le direzioni dei porti turistici dovranno seguire e far seguire ai diportisti per garantire il rispetto delle norme previste dai decreti. Comunicazione e uso del web Come detto non è un obbligo, ma è molto probabile che a una nostra telefonata per prenotare un posto in transito possa essere richiesto di proseguire con l’invio di una mail. È una pratica già diffusa ma, oltre ad essere indicata come prioritaria nelle linee guida, è anche molto caldeggiata da alcune delle direzioni che abbiamo interpellato. La mail ha un duplice scopo: il recepimento da parte del porto dei documenti di barca, skipper e crew list, per ridurre i tempi di permanenza, una volta arrivati, all’interno degli uffici, e l’invio al cliente del materiale informativo relativo al protocollo da osservare una volta arrivati. [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=98280" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Nico Caponetto il 1 Lug 2020 Continua a leggere
Didattica Tecnica di manovra: Aggrappati al fondo Come fare un buon ancoraggio, tutte le variabili da considerare, scelta del fondo e misura del fondale, tipo di ancora, condizioni meteo,... di Nico Caponetto il 1 Lug 2020 Continua a leggere
Biologia Marina Incontri ravvicinati del quinto tipo Specie pericolose nel Mediterraneo Ovvero incontri più o meno augurabili che potranno ravvivare il mare delle nostre vacanze. Un mare che, dopo la lunga quarantena, potrebbe essere diverso. Un mare di cui molti occasionali diportisti conoscono poco più che la superfcie. La prima spiegazione è d’obbligo: incontri sì, ma perché del quinto tipo? Diciamo che nella classificazione quanto mai arbitraria che categorizza i rapporti con gli alieni, esistono incontri del primo tipo, limitati all’avvistamento di un UFO, quelli del secondo tipo, che prendono atto delle tracce lasciate dagli alieni, e quelli del terzo tipo, che riguardano l’avvistamento di un’entità animata. I nostri incontri marini potrebbero anche appartenere al quarto tipo, se non fosse che, seguendo la moda, qualcuno a suo tempo realizzò un film erotico dedicato per l’appunto agli incontri ravvicinati di quarto tipo. Così, tanto per evitare confusione, quelli che ci può riservare l’universo mare li abbiamo definiti del quinto tipo. E abbiamo voluto allargare il campo per creare una panoramica sintetica ma, per quanto possibile, completa. [caption id="attachment_97971" align="alignleft" width="140"] Squalo Verdesca avvistaato al porto di Cala Galera[/caption] Per chi, come molti diportisti tipicamente estivi, del mare conosce infatti poco più della... [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=97953" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Stefano Navarrini il 1 Lug 2020 Continua a leggere
Didattica HReko, la barca dei miei sogni HReko la barca, una barca a vela della lunghezza di 10 metri, leggera e veloce sotto vela, con grande stabilità iniziale e in grado di navigare in modo semplice e in sicurezza con venti portanti... di Andrea Mancini il 1 Lug 2020 Continua a leggere
Cultura Nautica Dalmazia: testimonianze di storia marittima Lungo la costa della Dalmazia serpeggia la Jadranska Magistrala, la litoranea che collega Rijeka a Dubrovnik, attraversando tante località dal ricco passato marittimo... di Giovanni Panella il 1 Lug 2020 Continua a leggere
Ambiente Mare Cetacei in Mediterraneo: il viaggio straordinario delle “balene assassine” all’Islanda, una famiglia di orche ha attraversato Gibilterra fino a Israele, compiendo la più lunga migrazione conosciuta della specie. Con un triste epilogo. di Simone Repetto - Foto di Artescienza e Acquario di Genova/Delfini Metropolitani La pandemia di Covid-19, nel bloccare ogni attività che comportasse raggruppamenti, ha interrotto anche le ricerche su un evento unico nel Mediterraneo. È il viaggio della famiglia di orche entrata da Gibilterra nell’autunno scorso, che ha stazionato 3 settimane in acque liguri per poi spostarsi verso la Sicilia e puntare a oriente, fino al Libano. Una storia che ha attirato le attenzioni di tutto il mondo, mobilitando decine di ricercatori ed esperti di vari Paesi, per tentare di capire un fenomeno mai osservato prima nel mare nostrum, dove la presenza di questi grandi cetacei odontoceti è sporadica e statisticamente scarsa. L’unica popolazione stabile è infatti quella intorno allo stretto di Gibilterra, ben nota ai pescatori della zona, ai quali sottrae spesso le prede catturate, soprattutto i tonni. I primi avvistamenti del branco, composto da un maschio, una femmina, due esemplari giovani e un cucciolo, si sono verificati alle isole Baleari e nell’arcipelago sardo del Sulcis a novembre 2019. Poi, tra lo stupore generale, ai primi di dicembre le orche sono apparse di fronte all’area portuale di Prà – Voltri (Genova), dove sono rimaste per circa 3 settimane, nel mentre si è consumata l’agonia del cucciolo, morto tra le amorevoli cure della madre, che lo ha sorretto in superficie a lungo, anche dopo il decesso. Secondo alcuni testimoni della prima ora, ci sarebbe stato anche un secondo cucciolo, di cui non si hanno tracce. [caption id="attachment_98227" align="aligncenter" width="498"] Nelle foto, il “pod” di orche mentre nuota nei pressi del porto genovese di Prà-Voltri. Si nota la grande pinna del maschio “Riptide”.[/caption] È forse per aiutare il piccolo che gli altri esemplari si sono a lungo soffermati in un’area scomoda, interessata da traffico navale importante. Il sostegno a un membro in difficoltà è un comportamento tipico della specie Orcinus orca, dove sono forti i legami che uniscono un gruppo familiare (pod), guidato da una matriarca. Una volta perso il piccolo, le quattro orche hanno vagato per la costa ligure, da Vado a Portovenere, per poi scendere verso l’arcipelago toscano e, dopo Natale, attraversare lo stretto di Messina, dove sono stati visti solo tre esemplari. [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=98217" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Redazione Nautica il 1 Lug 2020 Continua a leggere
Viaggi Spagna: itinerario in barca da Alicante e Valencia La lunga estate della Costa Blanca Testo di Serena Laudisa - Foto di Serena Laudisa e Turisme Comunitat Valenciana Due città spagnole care alla vela, dove il tempo è bello da aprile a novembre. Le separano 97 miglia di costa servite da 27 marina, con 10 club nautici che fanno del loro informale senso di accoglienza la loro cifra. Due belle città dove è piacevole fermarsi oltre il tempo necessario per una visita turistica, un clima straordinario soprattutto se si evitano i torridi e affollati mesi centrali dell’estate, soluzioni a prezzi più che ragionevoli per lo stazionamento invernale per la propria imbarcazione - magari in vista di una crociera alle Baleari - e, non ultimo, lo straordinario impegno per la salvaguardia dell’ecosistema marino da parte di club e strutture portuali, fanno di questo tratto della costa valenciana una meta da scoprire tanto per velisti che per appassionati di attività subacquee. E la cura che viene accordata alle sue riserve marine, insieme al clima di festa che si respira nei suoi approdi, aiuta a dimenticare il tanto cemento che negli ultimi decenni ha invaso diversi punti del paesaggio costiero. Dettaglio non trascurabile, in Costa Blanca si mangia e si beve bene. Un po’ andalusa, un po’ catalana, la gastronomia è uno dei punti forti di questa terra. Inutile cercare “la” ricetta della celeberrima paella alla valenciana: le sue uniche costanti sono il riso e la grande padella in cui viene saltato; poi, come da noi per la pasta, le sue squisite ricette non si contano. Ad Alicante, dal 2008 porto di partenza della regata intorno al mondo The Ocean Race, la vela è di casa. Il suo Real Club de Regatas guida dal 1889 un’intensa attività agonistica internazionale nel canottaggio e nella vela e ogni anno organizza il combattutissimo Trofeo Tabarca che alterna regate di triangolo a una prova costiera che circumnaviga la minuscola isola di Tabarca, riserva naturale 11 miglia a Sud-Ovest. [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=98329" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Redazione Nautica il 1 Lug 2020 Continua a leggere
Viaggi Caraibi del sud: Aruba L'isola felice Baciata da un’estate perenne e circondata da calde acque turchesi che lambiscono spiagge di soffice sabbia bianca, Aruba - una delle isole Sottovento delle Piccole Antille - è un vero eden adagiato nel Mar dei Caraibi, dove navigare perlopiù in lagune protette, fare snorkeling su relitti e reef ricchi di vita, esplorare un insolito entroterra o semplicemente cuocersi al sole. Fuori dalla rotta degli uragani, con un sole che batte praticamente tutto l’anno – a eccezione di qualche breve piovasco tra ottobre e gennaio – e il soffio costante degli Alisei che infrescano il clima tropicale, non è difficile capire perché gli arubani – 100.000 anime di 20 etnie diverse – chiamano la loro isola “One Happy Island” e ne sono talmente fieri da scriverlo persino sulle targhe delle loro automobili. D’altronde sono parecchie le peculiarità che rendono molto particolare questa piccola zolla rocciosa (180 kmq) a forma di chicco di riso, a cominciare dall’alto tenore di vita dei suoi abitanti, il rispetto per l’ambiente – Aruba punta a diventare la prima isola al mondo con una economia interamente basata su energia sostenibile – e paesaggi naturali diversi da quelli di ogni altra isola dei Caraibi. La splendida costa, con il versante occidentale orlato da lunghe spiagge lambite da lagune turchesi protette dalla barriera corallina, dove navigare e dare fondo in sicurezza, e il ruggente versante orientale, con selvagge calette incise nel profilo roccioso su cui frangono le onde oceaniche, si contrappone a un affascinante entroterra arido di basse colline, dove prosperano aloe vera e cactus e pascolano in libertà asini e capre selvatici, in parte protetto nel Parco Nazionale Arikok che occupa quasi il 20 per cento dell’isola. [caption id="attachment_98407" align="aligncenter" width="578"] Arikok National Wildlife Park[/caption] [button title="Leggi tutto l'articolo" url="https://www.nautica.it/mio-account/?wcm_redirect_to=post&wcm_redirect_id=98370" type="secondary"] [button title="Abbonati" url="https://www.nautica.it/nautica-superyachts-formato-digiltale/" type="secondary"] di Patrizia Magi il 1 Lug 2020 Continua a leggere