Nautica 715 Novembre 2021

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L’editoriale

UNA TENDENZA MOLTO PREOCCUPANTE

Sareste  mai  disponibili  a  valutare  la  cucina  di  un  ristorante se questo non vi permettesse di assaggiare i suoi piatti? Acquistereste  un  appartamento  da  un’agenzia  che  non  vi  consentisse di visitarlo? Se, con una vena di stupore per l’ovvia scontatezza  delle  domande, rispondete  “no”  a  entrambe, sappiate che nell’attuale mondo della nautica sono in molti a pensarla diversamente. Lo dimostra la crescente quantità di cantieri e importatori che, dopo aver invitato i giornalisti-tester  a  “provare”  le  loro  imbarcazioni,  si  rifiutano  di  lasciar  loro i comandi. Qualcuno, addirittura, vieta la rilevazione dei dati prestazionali – per esempio, velocità e consumi – pretendendo di imporre quelli “ufficiali”. Così come c’è chi chiede perentoriamente  l’utilizzo  esclusivo  di  fotografie  autorizzate,  diffidando le testate dal pubblicare immagini scattate in proprio.

Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere, poiché non si tratta di pittoreschi casi isolati ma di una tendenza in costante crescita. Sorvolo intenzionalmente sui motivi di questo esecrabile atteggiamento che, oltre a farsi beffa delle libertà di cui dovrebbe godere qualsiasi giornalista e che qualsiasi buon giornalista dovrebbe difendere con il coltello tra i denti, manca completamente di rispetto al lettore, che è l’unico vero fruitore dell’informazione.

Noi di Nautica non ci stiamo. Ed è per questo che l’antipatia che ci viene dimostrata da qualche operatore è ripagata “N volte” dal consenso di chi, tutti i mesi, sceglie di leggerci e addirittura di scriverci.

Che le prove in mare costituiscano un argomento-chiave per EDITORIALE la maggior parte dei diportisti ce lo prova, infatti, la sorprendente quantità di richieste di arretrati di “impressioni di navigazione” – questa la precisa dicitura che utilizziamo anche nel sommario della rivista – riguardanti imbarcazioni verso le quali, evidentemente, essi nutrono un forte interesse specifico. Vuoi perché pensano di afcquistarle, vuoi perché le hanno già acquistate e desiderano confrontare le loro impressioni con quelle di un tester qualificato. Ovviamente siamo davvero molto orgogliosi di questa fiducia, che è frutto della nostra radicale indisponibilità a sottostare alle strane regole di cui sopra. Anche perché ne abbiamo di nostre. Per brevità, ne cito soltanto tre: non facciamo prove “a tavolino” utilizzando i dati ufficiali, ma saliamo a bordo, pilotiamo, misuriamo, talvolta per giorni e notti (vedi i nostri Long-Test, che sono unici nel panorama internazionale); non pubblichiamo prove mancanti del prezzo-base (che riteniamo forse il primo dato che un lettore desidera conoscere); non mandiamo i nostri testi “in visione” ai cantieri perché possano censurarli. Come accennato, ci sono diversi cantieri e importatori ai quali questo atteggiamento non piace e, invece di considerarlo e di condividerlo come un atto di rispetto nei confronti di un pubblico che non è soltanto nostro ma è anche loro, lo prendono come un odioso atteggiamento di alterigia. Così, magari, ci tagliano la pubblicità oppure, ridicolmente, non ci invitano a una cena “sociale”. Ma Nautica sopravvive a queste piccolezze. Lo fa ininterrottamente dal marzo 1962. Quanti altri possono dire la stessa cosa?

Corradino Corbò


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