Nautica 717 – Gennaio 2022

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L’editoriale

SUL FILO DEL RASOIO

copertina_717-gennaio-2021-sommarioSalvo novità dell’ultimo momento, il giorno 22 di questo mese, il 53° Boot di Düsseldorf aprirà il nuovo anno nautico solare. Ricordiamo che, causa Covid, il grande salone tedesco – il più importante al mondo tra gli indoor – aveva saltato l’edizione 2021, già spostata da gennaio ad aprile con la speranza che in Germania la curva pandemica calasse.

Poi la cancellazione, a poco più di un mese dal taglio del nastro. Stavolta, il CEO dell’ente organizzatore, Wolfram Diener, non manifesta alcuna incertezza: il Boot si farà, anche perché – sono parole sue – “ha una grande responsabilità nei confronti degli espositori e della comunità nautica”. I ben informati asseriscono che, a incoraggiarlo, sia stato il regolare svolgimento del Mets di Amsterdam, lo scorso mese di novembre, nel bel mezzo di un lockdown alquanto severo.

Certo, regolare fino a un certo punto, visto che il salone olandese – stavolta il più importante del mondo per il settore dell’accessoristica – ha sofferto di parecchie importanti defezioni: il 60 per cento dei già iscritti, solo per parlare degli operatori italiani. E così, immancabilmente, sta accadendo pure per Düsseldorf: nel momento in cui scrivo, X-Yachts, Nautor Swan, Absolute hanno già dichiarato ufficialmente che non andranno in Germania. Altri stanno per farlo e ce lo hanno già comunicato in maniera del tutto confidenziale.

È l’ennesima spaccatura tra chi ritiene che, in un modo o nell’altro, con un po’ di attenzione e con una buona dose di vaccini, il virus possa essere tenuto sotto controllo anche all’interno di un affollato salone e chi, invece, pensa che le assicurazioni di massima precauzione offerte dai vari organizzatori siano sostanzialmente prive di senso. Difficile elevarsi al di sopra di queste lecite posizioni per giudicare senza riserve quale sia quella giusta. Perché, da una parte, il mondo deve comunque trovare il modo di andare avanti; dall’altra è evidente l’assoluta impossibilità di evitare ogni fattore di rischio.

Gli assembramenti visti nelle varie fiere passate ne sono la dimostrazione lampante ed è solo la mancanza di precisi dati relativi ai contagi che ne sono derivati ad aver consentito agli organizzatori di manifestare, talvolta un po’ spavaldamente, la loro soddisfazione per aver sfidato – non certamente vinto – il Covid. Ma siamo sicuri che, sotto il profilo dell’immagine, un atteggiamento di questo tipo non finisca per trasformarsi in un boomerang?
Corradino Corbò


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