Nautica 721 Maggio 2022
Editoriale
Nautica Online Scarica l'APP e leggi NauticaAcquista questo arretrato Acquista abbonamento cartaceoBenvenuto, Roberto!
Per circa un anno ci siamo chiesti come festeggiare i sessant’anni di Nautica, rivista uscita in edicola per la prima volta a marzo 1962 e poi, puntualmente, di mese in mese, senza mai perdere un colpo. Nonostante tutto e tutti. Tra le tante idee, alcune decisamente “vitaiole”, altre più cerimoniose, ha infine prevalso quella di fare qualcosa, anzi più cose che potessero lasciare un segno tangibile di questa importante tappa che dà senso al trascorrere del tempo.
Un po’ come le marche orarie dell’orologio, che aiutano a comprendere il significato della posizione delle lancette sul quadrante. Il primo passo è stato quello di ristrutturare completamente la nostra sede di Roma, non soltanto sul piano puramente estetico ma anche su quello organizzativo.
I nostri uffici al civico 44 dell’elegante via Tevere – a pochi metri dalla targa che ricorda il luogo di nascita di Michael Collins, intrepido astronauta della prima missione di sbarco sulla Luna – hanno ora quel delizioso profumo di “nuovo” e di “migliore” che simbolizza alla perfezione quel che noi tutti – proprietà, dipendenti e collaboratori – stiamo facendo con grande passione. Il secondo passo è stato quello di apportare alcune significative modifiche alla grafica della rivista, al fine di aumentarne ulteriormente la “leggibilità”.
Chi mastica anche solo un po’ di materia editoriale comprende bene che non è stata cosa semplice. Il terzo passo, di gran lunga il più importante, è stato quello di spalancare le porte di Nautica e di Superyacht a un collega storico di questo settore, assegnandogli la prestigiosa funzione di “senior editor”, quella stessa che l’indimenticabile Lucio Petrone assunse dopo aver lasciato la direzione per raggiunti limiti d’età. Sto parlando di Roberto Franzoni, grandissima firma del giornalismo nautico e impressionante conoscitore a livello internazionale di ogni comparto del settore, dai gommoni ai superyacht, passando per l’intricata categoria degli accessori. Dunque, oltre a un’amicizia pluridecennale, fondata anche su alcune comuni passioni extra-nautiche, come il pilotaggio di aeroplani e l’arte (ma lui è pure un docente di architettura), mi lega a lui una profonda stima professionale. Averlo trascinato al mio fianco è per me un motivo di grande orgoglio e di grande tranquillità per i tempi che verranno, certo come sono che, nel suo importante ruolo, darà alle nostre riviste due marce in più.
Corradino Corbò
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