Nautica 727 – Novembre 2022

Scarica e leggi la rivista digitale Acquista abbonamento cartaceoTutti i numeri Nautica Online Acquista l'arretrato

L’editoriale

Oltre le apparenze

Se un giorno il Jane’s Fighting Ships dovesse mai dedicare un’edizione speciale al mondo del diporto sarebbe un bel problema per la sua redazione. Ma spieghiamo innanzi tutto di che cosa si tratta. Nato nel 1898 per iniziativa di John Fred T. Jane e pubblicato inizialmente in forma cartacea, poi anche su CD, quindi in microfilm, questo importante annuario riporta dati, descrizioni, considerazioni sulle flotte militari di 165 Paesi. In particolare, di ogni singola unità, presenta la silhouette per facilitarne il riconoscimento attraverso un ipotetico periscopio.

Ma proprio questo è il punto. Quanto potrebbe funzionare questo sistema di identificazione de visu nel nostro settore? La domanda nasce dall’osservazione che un’alta percentuale del parco nautico che abbiamo analizzato nei saloni di settembre – dal quale abbiamo estratto le novità che vi proponiamo all’interno di questo fascicolo – si assomiglia in modo impressionante.

Non solo. Nel solco di questa sorta di omologazione estetica, che pure ha le sue eccezioni, sia chiaro, sorgono rivendicazioni che francamente appaiono alquanto sorprendenti. Come quelle, per esempio, che riguardano l’invenzione della cosiddetta “poppa explorer” o il disegno della “prua inversa”.

Silhouette-web

A proposito di quest’ultimo, per esempio, ho assistito nel nostro stand di Genova a un’accesa discussione tra due designer di una certa notorietà aventi pareri discordanti sul nome del geniale collega che l’avrebbe tracciata per primo, dimenticando, sia l’uno sia l’altro, che quella prua esiste da qualche millennio e che, pertanto, entrambi i loro candidati sarebbero da considerare quantomeno dei semplici imitatori.

È un po’ quel che accade nel mondo dell’automotive, dove, per esempio, sono in molti a sostenere che l’architettura monovolume sia stata inventata negli anni ’90, dimenticando – o per meglio dire non sapendo – che quell’architettura risale addirittura al 1913 e che la prima autovettura di “serie” ad adottarla fu la Scarab, nel 1935. Altro che la Renault Espace, nata oltre settant’anni dopo.

Nessuno scandalo, per carità: persino nei capolavori delle arti più sublimi è possibile scoprire tracce di imitazione. Il problema sorge semmai quando, considerando un oggetto tecnologico – e la barca sicuramente lo è, molto più di quanto si possa immaginare – i temi dell’estetica prendono il sopravvento sugli altri, non solo nelle discussioni accademiche come quella che ho appena raccontato, ma, purtroppo, anche nelle scelte d’acquisto.

Perciò ricordo, soprattutto ai futuri armatori, che le grandi differenze sono dove non si vedono.

di Corradino Corbò


Articoli


Rubriche


Le ricette di CAMBUSA chef-cambusa